L’escalation. Burkina, accuse di pulizia etnica nelle operazioni contro i jihadisti
«In Burkina Faso è in corso una pulizia etnica contro i fulani». Da mesi diversi attori locali e internazionali denunciano le violenze mirate contro l’etnia che, in particolare, viene accusata di avere stretti legami con i gruppi jihadisti. Ma quando a essere uccisi sono donne e bambini?
«Il governo transitorio militare continua a dire che sta uccidendo centinaia di terroristi islamici nel Paese – commentano fonti della società civile –. C’è però il sospetto che le vittime siano in gran parte civili fulani estranei al terrorismo». Sparsi in 15 Stati dell’Africa occidentale e centrale, dalla Mauritania fino al Camerun, i fulani sono circa 20 milioni. In Burkina Faso rappresentano il 6,3 per cento della popolazione, 1,2 milioni di persone.
Noti per il loro spirito nomade e legati soprattutto alla pastorizia, tale gruppo etnico è per la maggior parte di fede musulmana. Da anni, in Stati come Mali, Nigeria e Burkina Faso, i fulani sono però accusati di contribuire ad arricchire le fila dei gruppi terroristi. «Gli ultimi audio di odio contro i fulani circolati su WhatsApp provengono dal sud del Burkina Faso – spiegava lo scorso agosto Lionel Bilgo, ex portavoce del governo –. Sono appelli che istigano alle uccisioni di massa e alla pulizia etnica».
Da fine settembre, con il nuovo capo della giunta militare golpista, il capitano 35enne Ibrahim Traore, l’attuale capo di Stato più giovane al mondo, i sentimenti contro i fulani si stanno probabilmente aggravando. «Circolano video di massacri contro i fulani che molti non vogliono vedere o rendere pubblici – hanno detto ad Avvenire fonti residenti nella capitale burkinabé, Ouagadougou –. Si vedono bambini che vengono lapidati fino alla morte». In un caso difficile da verificare, due minori di etnia fulani sono stati uccisi perché avevano avvisato i terroristi dell’avvicinamento di un convoglio militare che poi è caduto in un’imboscata.
A causa delle voci e di queste accuse, l’intera comunità dei fulani è presa di mira. Già nel 2019, dopo che l’ex presidente Marc Kaboré ha istituito la formazione di controverse milizie di autodifesa composte da civili armati (Vdp) che assistono l’esercito regolare, centinaia di fulani sono stati massacrati.
«Nella località di Yirgou sono rimasti uccisi 219 fulani – aveva affermato Daouda Diallo, a capo del Collettivo contro l’impunità e la stigmatizzazione delle comunità (Cisc) in Burkina Faso –. Dopo un attacco dei jihadisti contro questo villaggio sono seguite violente rappresaglie dei miliziani koglweogo contro i fulani».
Lo scorso 30 dicembre, invece, i miliziani Vdp sono andati di casa in casa uccidendo decine di civili a Nouna.
«La milizia ha preso di mira individui di etnia fulani – aveva spiegato Amnesty international –. Sebbene il governo abbia dichiarato morte 28 persone, i nostri testimoni hanno seppellito oltre 80 cadaveri». La giunta militare al potere si trova sempre più isolata dopo aver espulso la funzionaria Onu, l’italiana Barbara Manzi, oltre all’ambasciatore e i soldati francesi. Giovedì scorso, l’esercito burkinabé ha confermato invece che: «112 terroristi sono stati neutralizzati nel nord e nell’est del territorio». Molti continuano a chiedersi quanti di questi morti erano in verità civili.