Più di un milione di persone hanno firmato la petizione che chiede un secondo referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue. Lo riferisce il sito (petition.parliament.ok) degli organizzatori, un gruppo di
parlamentari britannici sostenitori del Remain. Secondo la
legge il Parlamento dovrà discutere la petizione dopo il
superamento delle 100.000 firme, traguardo superato in poche
ore. Il sito on line del parlamento che permette
di sottoscrivere la richiesta a un certo punto è andato in tilt a
causa dei troppi accessi.
I firmatari chiedono la promulgazione di una nuova legge
che prescriva la ripetizione del referendum in caso di un
risultato con un margine di vantaggio del "Leave" o del
"Remain" inferiore al 60% e che abbia come condizione minima
un'affluenza alle urne non inferiore al 75%.
Intanto l'Europa prova a reagire con il vertice dei 5 paesi fondatori e le dichiarazioni non proprio concilianti di Juncker. "Quello tra l'Ue e il Regno Unito non sarà un divorzio consensuale, ma non è stata neppure una grande storia d'amore". Le parole di
Jean-Claude Juncker in una intervista alla tv tedesca Ard sono un segnale chiaro di come l'Europa intenda iniziare immediatamente i negoziati con Londra dopo il
referendum per la Brexit. Il ministro degli Esteri tedesco
Frank-Walter Steinmeier, prima di incontrare a Berlino i
colleghi degli altri cinque Paesi fondatori dell'Europa unita,
ha dichiarato con forza: "Nessuno ci ruberà la nostra Europa". E
ancora: "Non permetteremo a nessuno di prendersi la nostra
Europa, questo progetto di pace e di stabilità".
Si negozia subito aggiunge il ministro degli Esteri franceseAyrault dalla riunione di Berlino. Per
Angela Merkel è il governo britannico che deve fornire informazioni su come intende procedere nel processo di uscita dall'Ue. "Le trattative non possono durare in eterno ma tocca alla Gran Bretagna muovere i suoi passi", ha detto la cancelliera in una conferenza alla fine della riunione interna dei due partiti cristiani. Merkel che lunedì vedrà Hollande e Renzi (stasera protagonistidi una cena all'Eliseo).
Sull'isola la bufera investe tutti, salvo la regina. In bilico la stessa
integrità territoriale del Paese. Change.org ha rivolto un
appello al sindaco di Londra Khan per una secessione della
capitale britannica, dove i sostenitori di "Remain" sono stati
la maggioranza. Brutte notizie da Moody's: dopo la Brexit il
Paese è a rischio downgrade. L'agenzia internazionale ha
confermato il rating "Aa1", ma ha portato l'outlook da stabile a
negativo.
Lord Jonathan Hill, commissario europeo per i servizi finanziari e uomo di David Cameron a Bruxelles,
si è dimesso. "Non posso continuare a svolgere il mio ruolo di commissario britannico "come se non fosse accaduto nulla", ha dichiarato Hill rassegnando le sue dimissioni dopo il referendum sulla Brexit. "Sono arrivato a Bruxelles - ha scritto - da politico che aveva combattuto contro l'euro ed euroscettico sull'Europa. Me ne vado certo che, nonostante le frustrazioni che ci ha portato, essere membri dell'Unione europea era un bene per il nostro ruolo nel mondo e la nostra economia".
Allarme Daesh. Nuovi attentati in Europa per sfruttare il caos che potrebbe scaturire dal voto sulla Brexit. In particolare il Daesh avrebbe lanciato online appelli per attaccare Berlino e Bruxelles con l'obiettivo di "paralizzare" il Vecchio Continente. Lo riporta la Cnn citando Site, che avrebbe scoperto un messaggio dei jihadisti sulla rete criptata utilizzata dai militanti per comunicare tra loro. I jihadisti e altrigruppi estremisti celebrano la Brexit sui social media e nel deep web definendola "l'inizio della disintegrazione dei crociati".