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L'uscita dall'Europa della Gran Bretagna, al voto il 23 giugno. Juncker: evitare Brexit, ma Ue non è in pericolo

giovedì 16 giugno 2016
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto agli "amici britannici" di non abbandonare l'Ue perché altrimenti «si aprirà un periodo di incertezza nell'Ue e nel mondo». Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, «l'Ue non sarebbe in pericolo di vita e il percorso di integrazione continuerebbe, anzi verrebbe aumentato». Junker ha concluso: «Abbiamo affrontato molte crisi non ne abbiamo bisogno di un'altra». L'allarme della Banca d'Inghilterra (BoE) e della Bce Banca d'Inghilterra (BoE) ha ribadito che il referendum sull'uscita della Gran Bretagna dall'Ue rappresenta «nell'immediato il più grosso rischio» per i mercati finanziari britannici e per quelli mondiali. «Un voto per l'uscita dall'Ue - sostiene la Boe - altererebbe considerevolmente le prospettive di produzione e di inflazione e anche il quadro della politica monetaria». Il rischio Brexit pesa sulle prospettive di crescita dell'Eurozona e continua a creare pesanti turbolenze sui mercati. Dopo l'allarme di ieri della Fed, oggi è stata la Bce a mettere in guardia dal rischio di un'uscita della Gran Bretagna dall'area euro. "I rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro - si legge nel bollettino mensile dell'Eurotower - restano orientati verso il basso, ma risultano più equilibrati sulla scorta delle misure di politica monetaria attuate e dello stimolo che deve ancora manifestare i suoi effetti. I rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell'economia mondiale, all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea e ad altri rischi geopolitici". Per l'Eurozona e per l'economia globale la Bce pronostica una ripresa "moderata ma costante". I sondaggi: Brexit prima volta in testa È ondata pro-Brexit anche secondo Ipsos-Mori, il più importante istituto demoscopico britannico rimasto fino a ieri a indicare un vantaggio del fronte filo-Ue in vista del referendum del 23 giugno. La svolta arriva oggi, riferisce l'Evening Standard online, con un nuovo sondaggio telefonico che ribalta i dati e accredita allo schieramento del no all'Europa (Leave) sei punti di vantaggio su quello del si' (Remain): 53% a 47.