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LA STRAGE DI UTOYA. Breivik a processo a Oslo «Non sono colpevole»

lunedì 16 aprile 2012
Tranquillo, sorridente, Anders Behring Breivik si è presentato come uno "scrittore" ai giudici del Tribunale Distrettuale di Oslo, chiamati a giudicarlo per le stragi del 22 luglio 2011 costate nel complesso la vita a 77 persone, tra l'attentato da lui effettuato nella capitale della Norvegia e la successiva sparatoria in un campo estivo di giovani laburisti sulla prospiciente isoletta di Utoya. Ha atteso che gli levassero le manette, quindi ha salutato levando il braccio teso e stringendo il pugno, con un tipico gesto para-nazista che sul suo memoriale on-line aveva descritto come proprio dell'Ordine dei Cavalieri Templari. Quindi ha stretto la mano ai quattro psichiatri da cui era stato esaminato durante la custodia, e infine ha dichiarato di "non riconoscere i tribunali norvegesi, perché i magistrati hanno ricevuto il loro mandato dai partiti politici che appoggiano il multilateralismo". Ha snobbato in particolare la presidente del collegio, Wenche Elizabeth Arntzen, affermando che non ha alcuna legittimazione a giudicarlo in quanto "notoriamente amica" di Hanne Harlem, sorella della ex premier Gro Harlem Bruntland, laburista.Quando gli sono stati letti i capi d'imputazione per "atti di terrorismo", la sua risposta è stata lapidaria: "Ammetto tali atti, ma non la relativa responsabilità penale, e invoco la legittima difesa", ha tagliato corto. È stata così messa a verbale la sua dichiarazione di 'non colpevolezzà. Mentre il pubblico ministero Inga Bejer Engh leggeva i nomi delle vittime, il 33enne estremista ascoltava attentamente, gli occhi socchiusi, in apparenza controllandone la corrispondenza a quanto scritto su un foglio che teneva in mano.