Israele. Un braccialetto per i «domiciliari» anti-coronavirus
Ragazzi in arrivo all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv con il braccialetto elettronico
L’hanno chiamato “braccialetto della libertà” anche se è decisamente simile alle cavigliere dei detenuti ai domiciliari. Gli israeliani sono gente veloce e pratica: per primi si sono inventati il passaporto vaccinale, per primi si sono inventati questo accessorio per la quarantena. Che proprio accessorio non è, visto che consente a chi rientra dall’estero di potersene restare a casa a “scontare” il periodo di isolamento invece di venire rinchiuso in un Covid-hotel.
Il progetto sperimentale è partito all’inizio di marzo. Qualche mugugno sulle questioni di privacy. Poi oggi la Knesset ha approvato la legge che dà il via libera. Il braccialetto elettronico – come altri mezzi di tracciamento digitale - servirà a controllare la posizione di chi, atterrato all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, sceglierà di andare a casa e restarci, indossando lo strumento di sorveglianza, invece di soggiornare per un massimo di due settimane nelle strutture predisposte dal governo. La decisione viene operata direttamente allo scalo. Dopo qualche diffidenza iniziale, gli israeliani in rientro, soprattutto i più giovani, hanno cominciato ad organizzare “strategie” in volo per uscire per primi dall’aereo e correre ad accaparrarsi il braccialetto. “E’ un po’ spiacevole, se ci pensi - ha raccontato Tamar May al quotidiano israeliano Haaretz -. Queste restrizioni sono per i criminali. Ma almeno stiamo a casa, non in ostello”.
Il braccialetto è stato sviluppato da SuperCom, una società israeliana quotata al Nasdaq che, in effetti, studia tecnologia per le detenzioni domiciliari. I gruppi per i diritti umani hanno sollevato obiezioni. Ma è chiaro che si tratta di un’opzione offerta, non di un’imposizione. In ogni caso, le informazioni di chi lo indossa verranno eliminate dopo l’isolamento. Eventuali violazioni, ha riportato Haaretz, verranno segnalate alle autorità e rimarranno in una banca dati per due o quattro settimane.
Molti israeliani stanno rientrando per le elezioni e per le celebrazioni di Pesach (la Pasqua ebraica). Al Ben Gurion verranno allestiti quattro seggi: si vota, poi si va in quarantena. Dopo la massiccia campagna di vaccinazione, il tasso di positività continua a diminuire: nelle ultime 24 ore, con 1.496 casi, è sceso 1.6%. Anche il numero dei casi attivi è diminuito arrivando a 24.003. Il Fattore R – che misura quanti altri può infettare un positivo all'infezione – è ormai allo 0.68. Ad oggi la prima dose del vaccino è stata assunta dal 55.4% della popolazione: oltre la metà dei residenti. Ma anche la platea di quelli che hanno avuto la seconda immunizzazione si avvicina oramai alla metà delle persone: il 47.4%.