Paolo Bosusco, l'italiano ancora nelle mani dei maoisti, sta bene e vorrebbe rimanere in India. Dalle montagne del Daringibari, in cui lo tengono prigioniero i ribelli dell'Orissa guidati da Sabyasachi Panda, Bosusco ha affidato un messaggio audio ai quattro giornalisti indiani che domenica hanno raggiunto i guerriglieri per riportare a casa Claudio Colangelo."Dite alla mia famiglia che sto benissimo, il mio morale è alto. Non preoccupatevi per me, sopravviverò per il tempo necessario a risolvere tutto", ha detto Bosusco nel messaggio. Nell'intervista, che dura 4 minuti e 45 secondi ed è stata registrata attraverso il walkie-talkie, Bosusco ripete più volte di essere in perfette condizioni di salute e di essere trattato bene, assicura di poter parlare liberamente e ribadisce il suo amore indiscriminato "per l'India, e soprattutto per l'Orissa con le sue tribù e la sua giungla". Afferma di essere "totalmente innocente" e di essere felicissimo che siano stati liberati sia i due indianiche lavoravano per lui, sia il suo cliente italiano, Claudio Colangelo: "Ha avuto fiducia in me, pensavo che non avremmo avuto alcun problema nella giungla, sono 21 anni che ci lavoro e non ne ho mai dovuto fronteggiare".Quando tutto questo sarà finito, vorrebbe restare in Orissa, ma teme che sarà costretto a rimpatriare: "Mi èstata fatta una grande ingiutizia; prima di tutto perché non avrebbero dovuto rapirmi, secondo perché ho lavorato onestamente e posso fornire a chiunque le prove di tutto quello che ho fatto qui in questi anni. Non sono qui per disturbare niente e nessuno, sono qui perché amo la natura e gli abitanti delle tribù possono dirlo per me. Ho dedicato tanti anni della mia vita all'Orissa. Anche adesso, con tutto quello che mi sta succedendo, non mi sento di dire nulla di brutto: questa terra mi ha reso molto felice. Se il governomi rimpatrierà, mi sarà stata fatta un'ingiustizia due volte".