Covid. L'esperto britannico Anthony Glees: «Johnson irresponsabile ad aprire»
Il premier Boris Johnson che è in isolamento dopo essere risultato positivo al Covid
Oggi è il "Freedom Day", il giorno in cui il primo ministro britannico ha confermato, collegandosi dalla sua residenza estiva di Chequers a una conferenza stampa a Downing street, che rimuoverà le ultime restrizioni anti Covid, come distanziamento e mascherine al chiuso, perchè, se il governo non riaprisse ora, sarebbe più difficile farlo nei prossimi mesi.
"Arriva un momento in cui ulteriori restrizioni anti-Covid non impediscono più ricoveri ospedalieri e decessi", ha detto Boris Johnson, "Se non apriamo ora, affronteremo condizioni ancora più dure nei mesi più freddi, quando il virus ha un vantaggio naturale". Il premier si trova in autoisolamento, come anche il ministro per la sanità Sajid Javid e quello delle finanze e del tesoro Rishi Sunak, perchè sono entrati in contatto con una persona positiva.
Il premier ha anche annunciato che un piccolo numero di lavoratori nei servizi pubblici essenziali, purchè con doppia vaccinazione, sarà esentato dall'autoisolamento, qualora venga in contatto con un positivo, e potrà utilizzare, in alternativa, i test anti-Covid. Durante la stessa conferenza stampa sir Patrick Vallance, consulente del governo, ha confermato che i contagi per Covid, nel Regno Unito "cresceranno ma non come in passato e questo grazie alla protezione data dai vaccini".
Su questa strategia del governo britannico esprime molti dubbi il professor emerito Anthony Glees, esperto di "intelligence" e sicurezza all'università di Buckingham che fa notare come ci siano già stati tanti altri "freedom days" nella storia della gestione della pandemia da parte del premier.
Scontri a Londra tra poliziotti e manifestanti contro il lockdown - Ansa
"La scelta di riaprire è sbagliata e rischiosa e indica, ancora una volta, che il premier britannico Boris Johnson è pronto a scommettere sulla vita delle persone senza preoccuparsi dei morti che potrebbero essere evitati - ci dice il professor Glees -. Il premier ha già rimosso le restrizioni, una prima volta, a metà luglio di un anno, dopo il primo lockdown cominciato a marzo, e poi ancora a dicembre 2020, dopo la rimozione del secondo lockdown introdotto a novembre. E a questi freedom days sono seguite nuove ondate di Covid. Il premier aveva promesso che, questa volta, avrebbe deciso in base ai dati e non alle date. Ovvero avrebbe guardato il numero dei contagi e delle vaccinazioni prima di prendere una decisione definitiva in materia di aperture ma non è quello che sta succedendo".
Quali rischi corre il Regno Unito ad aprire adesso?
"Gli esperti, che sono contro la rimozione delle restrizioni, prevedono che raggiungeremo i 100.000 contagiati. Anche se il numero di morti e di pazienti in rianimazione rimarrà basso, l'impatto sulla vita del Paese sarà devastante. Non soltanto molti saranno in isolamento, oppure si ammaleranno in modo grave, il rischio più grande è che i reparti degli ospedali vengano riempiti da pazienti Covid. Il risultato sarà che altri malati gravi, di cuore o di cancro, non vengano curati".
Esiste una strategia alternativa?
"In questo momento il Regno Unito ha vaccinato, con la prima dose, oltre 46 milioni di cittadini, il 90% della popolazione, e con la seconda dose oltre 35 milioni di britannici, i due terzi della popolazione. È una buona percentuale, il 10% dei cittadini in più rispetto ai Paesi europei. Tuttavia, se il governo aspettasse ancora un mese, il 30% in più della popolazione verrebbe protetta e, forse, riusciremmo a raggiungere l'immunità di gregge. Non c'è, quindi, motivo di aprire adesso. È ragionevole aspettare ancora un mese".
Perchè il governo vuole correre il rischio di contagiare centinaia di migliaia di cittadini?
"Si tratta di un governo composto di fanatici della Brexit. Sono ossessionati dall'economia e dalla possibilità che il Covid, con il suo effetto devastante sui redditi e sulle entrate, distrugga il sogno che coltivano di rendere l'uscita dall'Unione Europea un grande successo. Inoltre Boris Johnson ha sempre seguito un approccio libertario e non ama le restrizioni, benchè tutti i sondaggi dicano che la maggior parte dei cittadini, il 60% del totale, preferirebbero che le regole rimanessero e vogliono continuare a portare le mascherine".
Se il premier corre rischi inutili perchè è popolare?
"Boris Johnson è in vantaggio di circa 12 punti sull'opposizione laburista perchè agli inglesi, soprattutto quelli delle classi medio-alte, piace ridere e scherzare e Boris Johnson è un vero buffone, una specie di clown. E poi c'è l'effetto Brexit. La maggior parte dei cittadini vuole che l'uscita dalla Ue, la Brexit, porti ricchezza al Paese ed è risposto a correre rischi per ottenere questo".