Escalation. La «risposta» di Biden al Cremlino: riportare le atomiche in Gran Bretagna
Una formazione di Thunderbirds americani sorvola la base Nato Lakenheath a Suffolk il Gran Bretagna
Mosca e Washington, incattivite dalla guerra in Ucraina, alzano il livello della Guerra fredda 2.0. L’evocazione è dettata dal modo in cui giocano, sullo scacchiere dell’Europa, la partita nucleare. Alla Federation of American Scientists (Fas) non sfuggono i dettagli di nessuna iniziativa, politica, scientifica o tecnologia, che abbia a che fare con l’atomica. È una federazione di scienziati nata nel 1945, all’indomani della Seconda guerra mondiale, per promuovere le applicazioni di pace dell’energia nucleare e l’integrità degli scienziati che le sviluppano. Sono loro ad aver segnalato per primi il piano per riportare Oltremanica le armi nucleari degli alleati. La pancia della base aeronautica di Lakenheath, in Suffolk, che fino al 2008 ha fatto da cassaforte a più di cento testate, ora è vuota. I sistemi di sicurezza, mai smantellati del tutto, sono però in “stand-by”. Pronti a essere riaccesi in caso di necessità. Il sito è proprio quello a cui Brendan Owens, alto funzionario del Pentagono, ha fatto brevemente accenno lo scorso aprile in una dichiarazione al Congresso sul budget 2024.
Lo stanziamento da 50 milioni di dollari varato dall’amministrazione statunitense per il sito prevede, ufficialmente, la realizzazione di un dormitorio da 144 posti letto per il personale. Non militari qualsiasi ma addetti a una «potenziale missione di garanzia». Espressione che in gergo militare è riferita alla gestione delle armi nucleari. Il documento allegato al bilancio recuperato dalla Fas precisa, ancora, che l’ampliamento è giustificato dal probabile trasferimento di due squadroni F-35. Una cinquantina di velivoli di “quinta generazione” allestiti anche per il trasporto di ordigni nucleari tattici. Gli scienziati pacifisti segnalano che gli Stati Uniti hanno programmato investimenti in infrastrutture dedicate alla conservazione di «armamenti speciali» in Europa già dal 2021. Il Regno Unito sarebbe solo l’ultimo dei Paesi, dopo Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi e Turchia, selezionati come “magazzini”. Aggiunto alla lista nel 2022.
La destinazione geografica dei finanziamenti disposti per il prossimo anno non è più precisa come quella del biennio precedente. I documenti parlano, genericamente, di iniziative in Europa. Omissione che, denunciano gli esperti del Fas, «contraddice l’appello dell’amministrazione Biden alla trasparenza nucleare in altri Stati». Non ci sono indicazioni precise sulla tempistica dei lavori alla base Raf nel Suffolk. Secondo fonti del ministero britannico della Difesa dovrebbero cominciare a giugno e finire a febbraio 2026. Qualcuno insinua, tuttavia, che le prime testate possano arrivare addirittura entro la fine dell’anno. «È la nuova Guerra fredda», dicono. Il gruppo Campagna per il disarmo nucleare si è intanto mobilitato per chiedere al governo di bloccare qualsiasi operazione. La mossa di Washington, va sottolineato, sembra speculare a quella della Russia in Bielorussia. L’anno scorso il Cremlino ha finanziato la costruzione di un “garage” per testate nucleari russe nella località di Asipovichy, a sud di Minsk. Anche questo, è stato detto, non succedeva dai tempi dell’Unione sovieticao. E se la collaborazione Londra-Washington, si chiedono altri, fosse solo una manovra per dismettere la base Nato di Incirlicki nella Turchia di Erdogan? In tal caso sarebbe inappropriato parlare di Guerra fredda. Ma non negare che il mondo