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FRANCIA. Bioetica, Parigi allenta il divieto sugli embrioni

Daniele Zappalà mercoledì 16 febbraio 2011
Le grandi linee della bioetica alla francese non mutano, ma le regole concrete d’applicazione spesso sì. È privilegiando alla fine una serie di cambiamenti “pratici” di portata «intermedia» che l’Assemblée Nationale ha adottato ieri in prima lettura l’attesa revisione della legge quadro sulla bioetica, dopo un processo di riflessione e preparazione durato un triennio. Il testo attende ancora l’esame del Senato, che potrebbe riservare sorprese, date le divergenze fra schieramenti. Già ieri, la bozza finale è stata adottata con 272 voti favorevoli contro 216. Il divieto formale di ricerca sull’embrione sarà mantenuto, ma le deroghe che potranno essere concesse ai laboratori di ricerca assumeranno un carattere definitivo. Finora, era prevista una scadenza dopo 5 anni, prima di un eventuale nuovo esame da parte dell’Agenzia di biomedicina, l’organismo tecnico incaricato di vegliare su molti punti bioetici. Tre novità potrebbero fungere parzialmente da contrappeso. È stata introdotta un’obiezione di coscienza per i ricercatori che non desiderano partecipare a ricerche sugli embrioni. L’Agenzia, inoltre, dovrà redigere ogni anno un rapporto comparativo dedicato alle ricerche sulle staminali embrionali e a quelle sulle staminali adulte. Inoltre, dei deputati dei principali schieramenti entreranno nel consiglio di vigilanza dell’Agenzia, spesso accusata finora di eccessivo liberalismo. È nel campo della procreazione assistita che la nuova bozza introduce i cambiamenti più chiari. Contro il parere del governo, sarà autorizzato l’innesto di un embrione dopo la morte del padre, se la donna lo chiederà entro 18 mesi dal decesso. Inoltre, sia gli uomini che le donne ancora senza bambini potranno divenire donatori di gameti. Nel caso degli ovociti, sarà introdotta anche in Francia la tecnica del congelamento ultrarapido. I conviventi, poi, potranno accedere alla procreazione assistita fin da subito, senza più attendere il vecchio periodo minimo di 2 anni. In nome della non mercificazione del corpo umano, è stata invece nettamente respinta la prospettiva della maternità surrogata, il cosiddetto «utero in affitto» già legale ad esempio negli Stati Uniti. Viene inoltre mantenuto lo «scopo terapeutico e non sociale» della procreazione assistita, che resterà dunque limitata alle coppie eterosessuali con problemi di fertilità, senza estensioni alle single o alle coppie omosessuali. Già al centro di un acceso dibattito, anche il carattere anonimo del dono di gameti verrà mantenuto, nonostante voci governative di segno contrario. In caso di rilevamento prenatale di una trisomia (sindrome di Down), le donne incinte avranno una settimana per decidere se evitare o scegliere l’aborto. Ogni anno, inoltre, il governo dovrà consegnare un rapporto al Parlamento sui finanziamenti alla ricerca terapeutica sulla stessa trisomia. Fra le altre misure adottate, anche un allargamento oltre la cerchia ristretta della famiglia per il dono di organi fra persone in vita, quando esiste «un legame affettivo stretto, stabile e avverato». Se la maggioranza neogollista giudica il testo «equilibrato», l’opposizione biasima invece «un’occasione mancata» per svolte più incisive.