Stati Uniti. Bimbi migranti abusati nei centri di accoglienza: in 5 anni 125 denunce
Vi sono state almeno 125 denunce di abusi sessuali negli ultimi cinque anni nei centri dove vengono ospitati i minori migranti. È quanto rivela un'inchiesta condotta da Propublica, associazione di giornalismo investigativo (VAI AL SITO).
Appellandosi al Freedom of Information Act, ProPublica ha ottenuto i documenti relativi a 70 dei circa 100 centri gestiti dall'Ufficio per i rifugiati, agenzia che dipende dal dipartimento della Sanità. Documenti che si riferiscono anche agli anni dell'amministrazione
Obama, a partire dal 2014. Questi centri sono al centro dell'attenzione della stampa americana da quando, nei mesi scorsi, hanno iniziato a riempirsi non solo di minori effettivamente arrivati soli al confine, ma anche di bambini, persino neonati, che sono stati tolti ai genitori dalla polizia di confine in applicazione della politica di 'tolleranza zero' varata dall'amministrazione Trump che prevede l'arresto di chiunque tenti di entrare negli Stati Uniti senza documenti.
L'associazione di giornalismo investigativo no profit afferma di avere acquisito anche prove documentali di maltrattamenti e
bambini scomparsi.
Il Dipartimento per i servizi sanitari americani, responsabile dei centri di raccolta di migranti, smentisce le accuse. "La nostra attenzione è sempre sulla sicurezza e sul miglior interesse per i bambini. Questi sono bambini vulnerabili in situazioni difficili, e noi
trattiamo ognuno di loro con responsabilità" afferma il Dipartimento, sottolineando di avere una politica della 'tolleranza zero' per gli abusi sessuali e i comportamenti inappropriati. Le violazioni denunciate vengono esaminate rapidamente e i dipendenti possono essere puniti, licenziati o denunciati alle forze dell'ordine.
"Se si è un predatore" i centri "sono una miniera d'oro. Si ha pieno accesso a bambini perseguitati da tempo" riferisce però a Pro Pubblica Lisa Fortuna, direttore del centro di psichiatria per bambini e adolescenti del Boston Medical Center.