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Usa. Biden risponde all'appello del Papa: commutate in ergastolo 37 esecuzioni

Elena Molinari, New York lunedì 23 dicembre 2024

Joe Biden

Un atto finale, e storico, di pietà, e coraggio prima di uscire di scena. Raccogliendo l’appello di papa Francesco e di decine di associazioni religiose, per i diritti umani, di procuratori e di familiari di vittime di omicidio, Joe Biden ieri ha commutato le condanne a morte di 37 dei 40 detenuti nelle carceri federali. La conversione della pena in ergastolo arriva a un mese dal ritorno di Donald Trump, che nel suo primo mandato volle un numero elevato di iniezioni letali, promettendo di fare lo stesso a partire da gennaio.
La decisione lascia solo tre detenuti di alto profilo ad affrontare possibili esecuzioni, che Biden aveva sospeso. «Queste commutazioni sono coerenti con la moratoria imposta dalla mia Amministrazione sulle esecuzioni federali, in casi diversi dal terrorismo e dagli omicidi di massa motivati dall’odio», ha affermato il presidente. I tre detenuti che rimarranno nel braccio della morte federale sono Dzhokhar Tsarnaev, uno dei due autori dell’attentato alla maratona di Boston del 2013, Dylann Roof, un dichiarato suprematista bianco che nel 2015 ha sparato e ucciso nove fedeli neri a Charleston, nella Carolina del Sud, e infine Robert Bowers, che nel 2018 uccise 11 fedeli ebrei durante una sparatoria di massa nella sinagoga Tree of Life di Pittsburgh.
«Non fraintendetemi: condanno questi assassini, provo dolore per le vittime dei loro atti spregevoli e provo pena per tutte le famiglie che hanno subito perdite inimmaginabili e irreparabili – ha spiegato Biden –. Ma guidato dalla mia coscienza e dalla mia esperienza sono più che mai convinto che dobbiamo porre fine all’uso della pena di morte a livello federale».
Negli ultimi giorni del suo mandato, come ora, il presidente Usa tradizionalmente concede grazie e clemenze e questo mese Biden ha già commutato la pena a 1.500 persone, firmando il più grande provvedimento del genere nella storia americana.
Nelle stesse ore, Francesco, con il quale il capo della Casa Bianca ha parlato giovedì scorso, lo aveva però invitato ad andare oltre, facendo «un gesto concreto che possa favorire la cultura della vita» che la condanna capitale «compromette, annientando ogni speranza umana di perdono e di rinnovamento». Nelle ultime due settimane anche i vescovi statunitensi avevano rivolto un appello ai cattolici del Paese affinché chiedessero a Biden di commutare le condanne dei detenuti nel braccio della morte, un’iniziativa duplicata poi dal Catholic Mobilizing Network, l'organizzazione che si batte per l'abolizione della pena di morte negli Stati Uniti.
Più tardi anche una coalizione di ex funzionari carcerari, parenti di vittime di omicidi, difensori dei diritti civili e leader di altre religioni ha esortato il presidente democratico a svuotare il braccio della morte, mantenendo la promessa fatta durante la campagna elettorale di quattro anni fa di abolire la pena capitale a livello federale, che è stata ripristinata nel 1988 dopo essere stata sospesa dalla Corte Suprema nel 1972.
Il pubblico americano da trent’anni sta prendendo gradualmente le distanze dalla condanna a morte. Secondo la società di sondaggi Gallup, il sostegno all’uccisione di stato è attualmente ai minimi storici: a ottobre il 53 per cento degli americani era favorevole alla pena di morte, un numero che maschera notevoli differenze tra gli americani più anziani e quelli più giovani, che si oppongono alla condanna capitale in larga maggioranza.
A parte rari casi di competenza del federale, l’amministrazione della pena di morte spetta ai singoli Stati americani. Al momento 27 su 50 prevedono la condanna capitale nel loro ordinamento, ma solo 20 hanno il potere di mettere a morte un prigioniero. Gli altri sette, così come il governo federale e l’esercito, hanno sospeso le esecuzioni.