Ambiente. Biden no, il Papa sì. Chi c'è e cosa succede alla Cop28 al via giovedì
I padiglioni della Cop28 a Dubai
Quanto il Papa consideri importante la Cop28 che si apre a Dubai giovedì è evidente dal protagonismo che la conferenza ha avuto nell'esortazione “Laudate Deum” pubblicata all'inizio di ottobre. Due capitoli interi dedicati ai vertici Onu sul clima, le cosiddette Cop appunto, ovvero Conferenze dei firmatari della Convezione quadro sui cambiamenti climatici approvata nello storico summit di Rio del 1992. Da allora, ogni anno, gli i 197 Paesi parte del trattato più l'Ue si incontrano per fare il punto sulla situazione e cercare di portare avanti politiche comuni per arginare il riscaldamento globale sempre più accelerato. Una conseguenza quest’ultima dell’inquinamento prodotto dall’attività umana, come gli scienziati ripetono da tempo e le stesse Nazioni Unite hanno certificato nell’ultimo rapporto dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc).
A Dubai sarà la prima volta che una delegazione della Santa Sede parteciperà attivamente ai negoziati e non solo da “osservatore”. «Se abbiamo fiducia nella capacità dell'essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande, non possiamo rinunciare a sognare che la Cop28 porti a un'accelerazione della transizione energetica. Questa Conferenza può essere un punto di svolta» sono state le parole di Papa Francesco in queste ore. Un appello a tutti i Paesi del mondo che si confronteranno fino al 12 dicembre, salvo slittamenti.
La lista dei presenti (e l'ombra del conflitto di interessi)
Per l'apertura della Conferenza dell'Onu sono attesi come sempre i capi di stato e di governo, tra cui la premier Giorgia Meloni, ma si sa già che saranno assenti i presidenti di Usa Joe Biden e della Cina Xi Jinping. A condurre le trattative negli Emirati Arabi Uniti, dove sono attesi 70mila partecipanti, saranno i rispettivi inviati speciali per il clima John Kerry e Xie Zhenhua che hanno già stretto un pre-accordo di cooperazione per il successo a Dubai. Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, è già partito per il Medio Oriente per un tour di alcuni giorni; fra i protagonisti della Conferenza ci sarà per l'Unione europea Teresa Ribeira, vice presidente della Spagna - Paese che da luglio ha la presidenza del Consiglio Ue - con una lunga e grande esperienza in materia climatica, e poi il primo ministro dell'India, Narendra Modi. Di spicco la posizione di Arabia Saudita, Iran e Russia sull'uscita dalle fonti fossili.
Ombre di conflitti d'interesse minacciano intanto di allungarsi già sulla presidenza, rilanciate dalla Bbc sulla base di un dossier di 150 pagine secondo cui il presidente di questa edizione, Sultan Al Jaber, già ministro di Stato emiratino e tuttora amministratore delegato di Adnoc, colosso petrolifero pubblico di Abu Dhabi, avrebbe approfittato del suo ruolo per intavolare affari con delegazioni governative di Paesi stranieri in materia d'idrocarburi: affari a cui la stessa Adnoc appare interessata. Secca la smentita della presidenza di Cop28.
Gli obiettivi dell'incontro
A Dubai si farà un primo bilancio dei progressi fatti dai Paesi rispetto agli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi del 2015 e si decideranno le azioni future, si auspica più ambiziose, per affrontare la crisi climatica, come spiegato dalla responsabile per il clima del Wwf Italia, Mariagrazia Midulla. L'Agenzia internazionale dell'energia, organismo dell'Ocse, proporrà 5 azioni per tenere il mondo in linea con gli obiettivi climatici al 2030: dal triplicare la capacità delle rinnovabili al raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica, all'impegnare le società di petrolio e gas a progredire nella transizione energetica e a tagliare le emissioni e stabilire meccanismi finanziari per sostenere gli investimenti sulle energie pulite nelle economie emergenti e in via di sviluppo. Il think tank italiano sul clima Ecco evidenzia che una delle battaglie decisive a Dubai sarà sul ruolo della cattura e stoccaggio del carbonio (Ccs).