Siria. Dai veterani del basket una raccolta fondi per un campo da gioco ad Aleppo
Su un campo da basket per andare a canestro bisogna rivolgere lo sguardo verso l'alto e nel contempo si ha sempre bisogno di giocare con gli altri. Eppoi sarà che non si fa solo esercizio fisico, ma si può dare energia, rendersi utili, provare e trasmettere gioia di vivere e di sorridere a chi ne ha più bisogno. E allora, dopo la festa per la Befana trascorsa con i bambini ricoverati all'ospedale Fatebenebratelli e le partite organizzate per raccogliere fondi per i malati cronici di Vidas, i giocatori italiani di Maxibasket, i veterani dai 40 agli 80 anni che ancora hanno voglia di calcare il parquet, si sono presi a cuore un'altra causa, la crisi siriana, e si sono resi protagonisti su un nuovo campo da basket, quello costruito tra le macerie di Aleppo.
Prima dell'avvio del progetto «Aleppo in gioco» si pensò alla Palestina, alla Terrasanta. Ma l’idea sarebbe rimasta sulla carta se Giorgio Papetti, valoroso ex giocatore della Simmenthal e Mobilquattro – Xerox, allora presidente di Maxibasket Milano, non avesse trovato la persona giusta in don Mario Zaninelli, sacerdote ed ex giocatore delle giovanili della Simmenthal che nel tempo è riuscito a far conoscere l'iniziativa in Vaticano e a organizzare un incontro con papa Francesco che presto invierà un video messaggio per incoraggiare gli amici di Maxibasket Milano.
Fondamentale è stata la disponibilità dell’Associazione Pro Terra Sancta. La scelta della località è caduta così su Aleppo stravolta e ridotta in gran parte in macerie da una guerra terribile, in cui peraltro sopravvivono tanti bambini che hanno voglia e soprattutto bisogno di giocare, di tornare a una vita normale. Qui, oltre a provvedere alle iniziative volte a risolvere le emergenze, i francescani hanno dato vita a un progetto per i più giovani, per l’istruzione e per lo sport. È sorto così il Franciscan Care Center con lo scopo di offrire un percorso di riabilitazione ai bambini nati e cresciuti durante la guerra.
Dopo l'annuncio di una nuova raccolta fondi per «Aleppo in gioco», nei prossimi mesi si aprirà una seconda fase, nella quale verranno inviati a turno istruttori di basket, preparare allenatori locali con appositi corsi per i quali uno fra i più titolati allenatori del nostro basket, Valerio Bianchini, ha dato la sua disponibilità. Altri, meno famosi ma altrettanto generosi, si sono messi in lista per andare in Siria a fare gli istruttori. Il tutto con la condivisione e l’appoggio di tanti personaggi illustri del nostro basket, come Dino Meneghin e Pierluigi Marzorati, e di società prestigiose come l’Olimpia Armani di Milano.
«Il progetto – ha spiegato Teresa Cinquina Associazione Pro Terra Sancta - intende migliorare le strutture sportive e la qualità delle attività collegate al Franciscan Care Center, che ospita già alcuni campi da gioco. Nello specifico s’interverrà nelle attività legate al basket, per favorirne lo sviluppo come strumento di resilienza e avvicinare i giovani siriani alla passione per questo sport, attraverso le seguenti attività: organizzazione di corsi di basket, minibasket e formazione per gli allenatori in loco da parte di personale specializzato italiano; ma anche costruzione di due spogliatoi in un’area adiacente ai campi sportivi e la realizzazione di una copertura del campo da basket per garantirne un maggior utilizzo».
«Questo progetto è molto importante – ha osservato il vescovo di Aleppo, Georges Abou Khazen – non è solo sport ciò che portate ad Aleppo ma anche cura, aiuto, sviluppo, dialogo. Noi cristiani siamo in minoranza, ma facilitiamo il dialogo. Non facciamo proselitismo, ma il concetto di perdono si sta facendo lentamente strada fra la gente che frequenta i nostri centri e la cui fede religiosa ignora tale valore. Noi non ci sentiamo più soli quando qualcuno pensa a noi. Grazie perciò a tutti coloro che animano questo progetto del campo di basket».