La sua storia aveva commosso il mondo. «Baby Gammy», il bambino
con sindrome di Down nato da una madre surrogata in Thailandia
per conto di genitori australiani che non l'avevano portato con
sé nel proprio Paese, è diventato cittadino australiano. Lo rivelano
oggi i media nazionali, nell'ultimo sviluppo di un caso che ha
portato alla messa al bando della pratica degli "uteri in
affitto" in Thailandia.
Gammy, che in dicembre ha compiuto un anno, ha ricevuto la
cittadinanza australiana in seguito alla richiesta della madre
surrogata Pattaramon Chanbua, che ha tenuto con sé il bambino
dopo che i coniugi Farnell erano tornati in Australia solo con
la gemellina nata sana. Il bambino, che soffre anche di una
malformazione cardiaca congenita, potrà ora beneficiare di tutti i servizi australiani, tra cui la sanità. Avrà anche diritto a richiedere un passaporto australiano.Il caso di Gammy era emerso la scorsa estate, quando la madre
surrogata raccontò di essersi tenuta il bambino dopo che la
coppia australiana non l'aveva voluto a causa della sua
disabilità, per di più chiedendole di abortire. Successivamente,
i Farnell avevano negato l'accusa, ma dall'Australia era emerso
un passato di condanne per pedofilia contro il padre di Gammy.
La storia del piccolo aveva commosso il mondo intero, dando il via a
una campagna di raccolta fondi che si è conclusa mettendo
insieme 240mila dollari australiani (170mila euro).
Il caso di Gammy, assieme a quello di 13 bambini nati dallo
stesso padre australiano tramite madri surrogate thailandesi, ha
portato il Parlamento di Bangkok a mettere al bando la pratica
degli 'uteri in affitto', che vedeva nella Thailandia uno dei
leader mondiali.