Gli aguzzini di Mohammed Abu Khder non si sarebbero limitati a bruciarne i resti dopo averlo ucciso: è stato invece arso vivo il sedicenne palestinese scomparso all'alba di mercoledì dal sobborgo di Shuafat, a Gerusalemme Est, e il cui cadavere carbonizzato è stato ritrovato qualche ora dopo in un bosco nella parte occidentale della Città Santa. Questo lo spaventoso verdetto preliminare dell'autopsia eseguita sulla salma il giorno seguente, in Israele ma alla presenza anche di un medico legale dell'Autorità Nazionale Palestinese: lo ha riferito ilprocuratore generale della stessa Anp, Mohammed Abdel Ghanial-Uweili, citato dall'agenzia di stampa 'Maan'. Secondo Uweili, nella trachea e nei polmoni del ragazzo sono state trovate tracce di fumo e di fuliggine: ciò significa che respirava ancora quando i suoi assassini gli hanno dato fuoco. "Mohammed presentava anche una profonda ferita alla testa", ha aggiunto il magistrato, "ma non è stata quella la causa del decesso". I risultati definitivi delle analisi saranno comunque disponibili a breve.La vittima sarebbe stata costretta a salire a bordo di un'auto, probabilmente da ebrei ultra-nazionalisti, che avrebbero inteso vendicare in tal modo l'omicidio dei tre adolescenti israeliani, Naftali Frankel, Gil-Ad Shaer e Eyal Yifrach, sequestrati in Cisgiordania il 12 giugno, e i cui corpi erano stati rinvenuti lunedì nei pressi di Hebron.