Austria. Espellere il pachistano? «Si è convertito, rischierebbe la vita»
Una manifestazione della minoranza cristiana in Pakistan (Ansa)
«Ali Wajid rischia di essere espulso da un momento all’altro». Questa la notizia di apertura del telegiornale della tv pubblica austriaca Orf1, perché la vicenda del giovane pachistano di 23 anni sta scuotendo tutta l’opinione pubblica austriaca e potrebbe avere anche conseguenze politiche.
Ali Wajid nel 2015 ha lasciato il Pakistan e da allora vive in Austria. Nell’autunno del 2017, dopo aver imparato il tedesco, ha seguito un corso di formazione per diventare cameriere. Alcuni media austriaci addirittura lo intervistarono, presentandolo come esempio di integrazione di un giovane rifugiato nella società austriaca. A fine 2017 Ali Wajid ha presentato domanda di asilo politico, respinta però dal tribunale amministrativo, anche il ricorso non ha avuto successo. Il 23enne pachistano nel luglio del 2018 ha chiesto aiuto ai frati benedettini del convento di San Pietro di Salisburgo, qui ha ottenuto il cosiddetto Kirchenasyl, l’asilo ecclesiastico. In vigore in Austria, come in Germania, da molti anni, consente alle diocesi cattoliche e evangeliche del Paese di accogliere temporaneamente migranti e rifugiati.
Ma, come sottolineato da molti media austriaci, il nuovo governo, guidato dal cancelliere Sebastian Kurz e sostenuto dagli ultranazionalisti di Fpö, sta effettuando un giro di vite senza precedenti sull’immigrazione.
Toccante il racconto alla tv austriaca Orf1 di Bernard Jenny, l’assistente sociale del giovane pachistano: «Giovedì stranamente Ali non è tornato in convento. Ho provato a chiamarlo più volte, poi finalmente mi ha risposto mi ha detto che la polizia lo aveva fermato. Dopo ho saputo che era stato portato a Vienna dove è in stato di arresto. Rischia l’espulsione da un momento all’altro. Ma se lo rimandano in Pakistan Ali rischia la vita». Il giovane, infatti, nel convento benedettino si è convertito al cristianesimo e se dovesse tornare in Pakistan rischia di essere perseguitato dagli estremisti islamici del Paese.