Australia. Accoltellato un vescovo della Chiesa assira d'Oriente. «È terrorismo»
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Proteste anche violente lunedì sera in Australia dopo l’accoltellamento in chiesa del vescovo della Chiesa assira d’Oriente Mar Mari Emmanuel. Il prelato, molto attivo sui social media e considerato un ultra-conservatore, stava celebrando Messa in diretta via Facebook nella chiesa di Cristo Buon Pastore di Wakeley, circa 30 chilometri a ovest di Sydney, quando un giovane di 16 anni si è avvicinato all’altare e l’ha aggredito frontalmente con un coltello.
Nel video inizialmente diffuso in streaming, e poi bloccato, si vede l’aggressore di spalle, capelli neri e felpa grigio-scura con cappuccio, alzare un braccio come brandendo un’arma di piccole dimensioni. Colpisce il vescovo al petto facendolo cadere, poi mena altri cinque fendenti quando è a terra. Diversi fedeli accorrono a fermare l’aggressore, bloccandolo contro il pavimento. Tre di loro riportano ferite da arma da taglio su braccia o mani. Nessuno, nemmeno il vescovo, è in pericolo di vita. La polizia ha arrestato l’uomo e l’ha sottoposto a interrogatorio. Starebbe collaborando.
L’aggressione è avvenuta durante la Messa delle 19. Subito dopo attorno alla chiesa si è assiepata una folla rumorosa e a tratti violenta, di centinaia di persone. La comunità locale della Chiesa assira d’Oriente, che non è in comunione né con la Chiesa cattolica né con quelle ortodosse ma è una realtà a sé stante, ha un’identità molto forte e Mar Mari Emmanuel è ben conosciuto anche grazie alle sue dirette sui social media e alle sue posizioni di difesa dell’identità cristiana. Le forze dell’ordine sono intervenute in tenuta antisommossa, mentre un elicottero della polizia esortava a lasciare immediatamente libera la zona.
«Riteniamo che ci siano elementi soddisfacenti in termini di estremismo religioso, un atto di terrorismo», ha dichiarato il commissario della polizia del Nuovo Galles del Sud, Karen Webb.
Sabato scorso a Sydney un uomo armato di coltello aveva fatto strage in un centro commerciale, uccidendo sei persone e ferendone dodici. Era poi stato ucciso dalla polizia. Quasi tutte le vittime erano donne. In quel caso all’origine dell’aggressione c’era un grave disagio psichiatrico, confermato dal padre del killer. E proprio il suo rapporto con le donne era stato la molla che aveva fatto scattare, in una mente malata, l’idea della vendetta.
Tra i due episodi non c’è dunque alcun nesso. Resta da capire se l’accoltellamento del vescovo possa essere stato un gesto di emulazione.