Arabia Saudita. Liberate due attiviste in carcere dal 2018, ma con molte restrizioni
Solo da poco alle donne è stato concesso il diritto di guidare l'auto
Sono state rilasciate due note attiviste in Arabia Saudita, Samar Badawi e Nassima al-Sada, in carcere dal 2018. A renderlo noto è il Gulf Centre for Human Rights. Le due donne tuttavia non torneranno a una vita normale, ma saranno "osservate speciali" del governo saudita: non potranno lasciare il Regno, lavorare o intervenire sui social media.
Al-Sadah, giornalista, ha lavorato per la testata online Juhaina ed è stata arrestata con l'accusa di aver comunicato con gruppi all'estero, ostili all'Arabia Saudita. Badawi, invece, è diventata nota nel 2010 per aver sfidato il sistema di tutela maschile delle donne citando in giudizio il proprio padre, fatto che le causò una breve detenzione. In seguito è stata condannata per aver denunciato le autorità per averle negato la patente di guida (che fino al 2018 in Arabia Saudita era proibita per le donne).
Le due scarcerazioni seguono quella del 10 febbraio di Loujain al-Hathloul, arrestata per essersi messa alla guida di una vettura quando questo era considerato illegale. Loujain è stata portata in giudizio e le accuse contro di lei sono state di “aver contattato organizzazioni internazionali“. Nonostante ora sia uscita dal carcere dopo mille giorni di detenzione, i suoi sostenitori denunciano che al-Hathloul rischia un nuovo arresto per ogni atto della sua campagna di attivismo per porre fine al sistema di tutela maschile e per la giustizia e l’uguaglianza delle donne in Arabia Saudita.