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Germania. Monaco: «Nessun legame con Daesh»

Ilaria Solaini sabato 23 luglio 2016
La Polizia tedesca continua a parlare di sparatoria riferendosi all'attacco di Monaco e non di attentato terroristico (come era accaduto ieri nelle prime ore dopo l'attacco a Monaco di Baviera). In particolare nella perquisizione effettuata nell'abitazione dell'unico assalitore identificato non è stato trovato nulla che metta in relazione il killer di Monaco e l'attacco con il sedicente Stato islamico (Daesh). Lo ha riferito il capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, nella seconda conferenza stampa dopo l'attacco di Monaco di Baviera - di cui si è avuto notizia venerdì 22 luglio alle 18 del pomeriggio. In particolare le autorità tedesche lo hanno definito un caso di "furia omicida": stando alle parole capo della polizia sarebbe "evidente il legame" dell'eccidio di Monaco con la strage compiuta da Anders Breivik a Utoya 5 anni fa "di cui ieri cadeva il quinto anniversario". Il capo della polizia cittadina, Hubertus Andrae ha ripetuto che il 18enne tedesco-iraniano era ossessionato dagli eccidi di massa, e aveva approfondito il tema delle aggressioni su vasta scala contro i minori, probabilmente studiando anche la folle impresa di Breivik. "Ci sono indizi che il killer di Monaco era stato vittima di bullismo"ha fatto sapere il ministro dell'Interno Thomas de Maizière.GIOVANI E DONNE TRA LE VITTIME "Non si può né confermare né smentire che il killer di Monaco abbia preso di mira i giovani. Questo lo accerterà l'istruttoria, perché bisognerà tenere in considerazione il materiale, che in parte è già stato raccolto, e capire se ha sparato mirando su certe persone o no" ha spiegato il capo della polizia di Monaco. Confermata la presenza di sei minorenni tra le vittime della strage.Andrae ha riferito che le nove vittime, fra cui ci sono tre donne, avevano le seguenti età: una di 15 anni, tre di 14, una di 19, una di 20 e una di 45. I morti erano tutti "residenti a Monaco", ha aggiunto. Tre delle vittime sono originarie del Kosovo, tre della Turchia e una della Grecia.
L'ARMA Il killer di Monaco ha usato una Glock 9mm con la matricola abrasa. "Il numero di serie era stato cancellato, dobbiamo capire da dove veniva l'arma e ci vorrà tempo", hanno spiegato le autorità bavaresi, spiegando che "nello zaino il killer aveva un gran numero di proiettili, circa 300". L'attentatore "non aveva porto d'armo", ha precisato il procuratore capo di Monaco, Thomas Steinkraus.LA REAZIONE DELLA GERMANIA Angela Merkel, la cancelliera tedesca, all'indomani della strage di Monaco, «le nostre forze di sicurezza, penso alla polizia della Baviera, alle Forze speciali, agli altri corpi di polizia che hanno lavorato con grandissima professionalità, entro poche ore hanno garantito sicurezza a milioni di abitanti e sono stati veramente vicini alla popolazione». Merkel ha poi rivolto "un grazie particolare ai cittadini e alle cittadine di Monaco che si sono resi disponibili ad aiutare chi aveva bisogno di aiuto, e che hanno aperto le loro case. Questa è la dimostrazione che è possibile agire liebramente verso il prossimo e questo mi dà fiducia". Infine, ha ricordato come "da ieri riceviamo attestati di cordoglio e aiuto da molti paesi, in tanti ci dicono 'siamo con voi e siamo disposti ad aiutarvì e queste attestazioni di amicizia sono un fatto importantissimo per tutti noi", ha concluso. LA CONFERENZA STAMPA DELL'1 DI NOTTEDopo il pomeriggio di terrore e panico a Monaco di Baviera, intorno all'1 e mezza di notte la Polizia ha fatto sapere che l'attacco al centro commerciale Olympia Einkaufszentrum di Monaco - avvenuto alle 18 di venerdì 22 luglio - è stato messo in atto da un unico aggresssore. È un 18enne tedesco-iraniano con doppia cittadinanza l'autore dell'attacco di Monaco, ha agito da solo (e non con altri complici come aveva inizialmente riferito la Polizia bavarese) e si è poi suicidato. Il suo corpo è stato trovato in una strada nei pressi del centro commerciale Olympia Einkaufszentrum (Oez), dove c'è stata la sparatoria. CHI SONO LE VITTIMEIl bilancio aggiornato è di 10 morti, di cui nove più l'attentatore, e 27 feriti. Stando a quanto riportato dalla radio Bayerische Rundfunk le vittime della strage al centro commerciale di Monaco sono soprattutto giovani: in particolare ci sarebbero almeno 6 ragazzi tra i 14 e i 21 anni e Ancora tutto da chiarire il movente: la polizia, che inizialmente aveva parlato di «sospetto terrorismo», rispondendo nella conferenza stampa che si tenuta all'1 e mezzo di notte alla domanda se si potesse parlare di un atto terroristico, ha precisato che «al momento parliamo solo di una sparatoria». Il capo della polizia, Hubertus Andrae, ha voluto precisare che non si tratta di un rifugiato.

LE INDAGINI E LA RICOSTRUZIONE DELLA SPARATORIA Riassumendo, dunque, la dinamica è stata la seguente: l'allarme viene dato alla polizia alle 17.50, quando il 18enne, con doppia cittadinanza tedesca e iraniana e da diversi anni residente a Monaco, ha aperto il fuoco in un McDonald's; poi si è spostato nel vicinissimo centro commerciale Oez. Scene di panico, con clienti in fuga per le strade e che si sono rifugiati nei negozi vicini. Tutto si è svolto in questa zona: non è stata infatti confermata la notizia di un'altra sparatoria nella zona di Stachus, in centro, e non è chiaro cosa sia stato lì a causare il panico. Subito dopo l'attacco, mentre era in corso la caccia all'uomo (in realtà agli uomini, perché si credeva che fossero tre i killer), la città è rimasta paralizzata: chiusa la stazione ferroviaria centrale, senza treni in arrivo, bloccate le autostrade, interrotti i servizi di trasporto pubblico.

Intorno alle 22.30 la polizia fa sapere di avere trovato un corpo senza vita a circa un chilometro dal luogo della sparatoria: si tratta dell'assalitore, identificato quasi subito grazie anche al particolare dello zainetto rosso che era stato visto addosso al killer del McDonald's; temendo la presenza di esplosivi, la polizia lo ha controllato tramite un robot. Poi, come ha confermato dal capo della polizia di Monaco, Hubertus Andrae, si è suicidato a circa un chilometro dal centro commerciale Olympia Einkaufszentrum. Il capo della polizia ha sostenuto che al momento non vi sono elementi che indichino una matrice islamica dell'attacco o un "parallelismo" con il recente attacco a colpi di ascia e coltello sul treno a Wuerzburg, anche se una testimone ha riferito alla Cnn che il killer, prima di sparare su bambini seduti al tavolo, ha gridato Allah Akbar. Saranno comunque le indagini su contatti e parenti del giovane a dare elementi più certi, ha concluso il capo della polizia di Monaco, Andrae che in nottata si è limitato a parlare di «sparatoria».