Siria. Assad visita Maalula. Speranze per Dall'Oglio
Dopo gli auguri di Pasqua da Maalula del presidente Bashar al-Assad, ieri l’annuncio ufficiale del regime: le elezioni presidenziali si terranno il 3 giugno. Una «buffonata» il voto per il gruppo dei Paesi Amici della Siria. Sempre ieri segnali positivi sulle trattative per liberare padre Paolo Dall’Oglio. Da mesi sono in corso contatti a vari livelli in Siria e all’estero per la liberazione del gesuita italiano scomparso nel nord della Siria alla fine di luglio scorso. Ieri fonti dell’Esercito libero siriano hanno affermato che Dall’Oglio, rapito il 28 luglio 2013 nei pressi di Raqqa nella Siria settentrionale, «è vivo e in mano ai miliziani dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante», l’Isis. Secondo fonti vicine ai negoziati il gesuita sarebbe tenuto prigioniero nel nord della Siria. L’unità di crisi della Farnesina ha assicurato di seguire la vicenda con tutto l’impegno possibile ma che «è opportuno mantenere il massimo riserbo». Qualche settimana d’anticipo sul calendario annunciato: da oggi sarà possibile presentare le candidature ed è scontato che Bashar al-Assad si voglia accreditare come difensore dell’ordine e delle minoranze, a cominciare da quella cristiana. Nelle scorse settimane, il gruppo Amici della Siria, gruppo di potenze internazionali a sostegno dell’opposizione di cui fanno parte anche Stati Uniti, Francia, Germania e Italia, aveva definito «una buffonata» l’idea del regime di indire nuove elezioni, un voto attraverso il quale il presidente Bashar al-Assad cercherà di ottenere un terzo mandato alla guida del Paese. In un clima ormai pre-elettorale il presidente siriano Bashar al-Assad ha visitato domenica Maalula, la città cristiana ripresa dall’esercito una settimana fa, per le feste di Pasqua: «Il giorno della resurrezione di Cristo e del cuore di Maalula il presidente Assad augura buona Pasqua a tutti i siriani», ha commentato la tv di stato. La televisione ha aggiunto che il presidente si è augurato anche «il ristabilimento della pace e della sicurezza nell’insieme della Siria ». Assad si è recato nel monastero di Mar Sarkis per verificare i danni e le distruzioni provocate dai terroristi che si erano impadroniti di Maalula all’inizio di dicembre ed avevano rapito 13 religiose liberate poi a marzo nell’ambito di uno scambio di prigionieri. La città, antichissimo insediamento cristiano dove si parla ancora l’antico aramaico, era stata riconquistata lunedì dall’esercito.
Intanto, sul fronte internazionale, continua la polemica per il possibile uso di armi chimiche in recenti combattimenti da parte del regime. Nuovi «elementi» sull’uso di armi chimiche da parte del regime siriano, ma «prove ». Lo ha dichiarato il presidente francese François Hollande in un’intervista a radio Europe 1. Una denuncia confermata ieri pure dal Dipartimento di Stato Usa: probabile l’uso di gas cloro nell’ultimo mese da parte del regime. Prosegue intanto lo smaltimento dell’arsenale chimico: il regime siriano ha consegnato o distrutto quasi l’80% dell’arsenale di armi chimiche in suo possesso. Lo ha annunciato, registrando un’accelerazione rispetto ai dati precedenti, l’olandese Sigrid Kaag, coordinatrice della missione Onu e dell’Opac, che sta supervisionando lo smantellamento dei gas di Assad. Kaag ha anche aggiunto che a questo punto Damasco dovrebbe riuscire a rispettare la scadenza del 27 aprile per liberarsi delle armi chimiche.