I DI LUCA GERONICO l regime pare aver le ore contate, e si rinnovano i rumors di un possibile esilio del presidente Bashar al-Assad in America Latina, nel caso in cui fosse costretto alla fuga da Damasco. Lo ha rivelato ieri il quotidiano israeliano Haaretz , secondo cui il vice ministro degli Esteri siriano, Faisal al-Miqdad, la scorsa settimana avrebbe avuto dei colloqui a Cuba, in Venezuela ed Ecuador e consegnato ai leader locali alcune lettere di Assad. Il quotidiano venezuelano El Universal , ha confermato la consegna di una lettera del presidente siriano a Hugo Chavez, senza tuttavia precisarne il contenuto. Incertezza sul futuro del rais, mentre in Siria si continua a combattere: scontri tra ribelli e forze governative siriane sono ripresi ieri mattina nel sud del Paese vicino ai confini con Giordania e Israele. Lo riferiscono i Comitati locali di coordinamento (Lcc) dell’opposizione: colpi di mortaio sono caduti sulle località di Baer Ajam e Briqa, non lontano dalla linea di demarcazione con le Alture del Golan dove sono morti 7 civili, mentre altri 7 morti si sono registrati ad Aleppo. Inoltre l’Esercito libero siriano (Els) ha dichiarato di aver preso il controllo dell’aeroporto militare di Aqraba, la più importante installazione militare nei dintorni di Damasco. Un raid che il regime a sera ha smentito. Scontri e altre 6 vittime pure oltre confine a Tripoli, in Libano, fra sostenitori e oppositori di Assad. Intanto non cala la tensione internazionale: dopo gli ammonimenti giunti martedì dal segretario generale della Nato Rasmussen – la «reazione della comunità internazionale sarà immediata» nel caso dell’uso di armi chimiche da parte siriana – che ha dato il via libera allo schieramento di Patriot dell’Alleanza sul confine turco. Ieri l’affondo di Davutoglu: la Siria dispone di 700 missili di cui Ankara conosce esattamente la collocazione. Quanto allo schieramento di missili Patriot, Davutoglu ha spiegato che si tratta di una misura cautelativa. Tuttavia, intervenendo a una riunione ministeriale della Nato, il segretario di Stato Hillary Clinton ha precisato che gli Usa temono che un Assad «disperato» possa utilizzare le armi chimiche o perdere il controllo su di esse. Una preoccupazione condivisa pur dall’Italia che ha stanziato 1,5 milioni di euro per la crisi umanitaria. Le sofferenze inferte dalla popolazione civile sono del tutto «inaccettabili » mentre l’Italia è impegnata «nel processo di consolidamento della opposizione siriana». © RIPRODUZIONE RISERVATA Il presidente siriano Bashar al-Assad (Ansa)