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Stati Uniti. Finiti i soldi per gli asili: i genitori rischiano di doversi licenziare

Elena Molinari, New York giovedì 7 settembre 2023

E' emergenza asili negli Stati Uniti

Milioni di genitori americani – madri in particolare – potrebbero presto essere costretti a licenziarsi perché non sanno a chi lasciare i loro figli. I 50 Stati Usa finiranno questo mese i 24 miliardi di dollari ricevuti dal Congresso per sovvenzionare gli asili durante la pandemia e che hanno tenuto a galla un settore da anni fragile e costretto a imporre rette sempre più astronomiche. Poiché non esistono strutture pubbliche, lasciare un bambino in un asilo a tempo pieno negli Usa costa dagli 8mila ai 15mila dollari l’anno, a seconda delle città.

Gli esperti prevedono che questi prezzi, già tra i più alti al mondo, aumenteranno nei prossimi mesi. Ma per decine di migliaia di asili anche un rincaro ragionevole non sarà abbastanza. A fine mese circa 70.000 potrebbero chiudere, stando a uno studio della Century Foundation reso noto dal Washington Post. Oltre 3,2 milioni di bambini non avranno un posto dove passare la giornata mentre i genitori sono al lavoro. Altrettante famiglie dovranno dunque escogitare qualcos’altro, ridurre l’orario di lavoro o lasciare del tutto l’impiego.

I politici di entrambe le parti in teoria riconoscono la necessità di servizi di assistenza all’infanzia più convenienti e accessibili e i democratici al Congresso hanno chiesto 16 miliardi di dollari in finanziamenti di emergenza. Ma i soldi per gli asili sono finiti nel tritacarne dei tagli ai programmi di Welfare che i repubblicani stanno spingendo per ridurre il deficit di bilancio. Il settore dell’assistenza all’infanzia Usa in realtà è trascurato e abbandonato alla legge del mercato da decenni. Era in difficoltà da prima del Covid, ma è finito al limite della sopravvivenza quando la pandemia ha costretto a chiusure improvvise in tutto il Paese. Circa 20.000 centri di assistenza all’infanzia – ovvero 1 su 10 – hanno chiuso definitivamente nei primi due anni della pandemia, creando effetti a catena. Molti lavoratori hanno infatti abbandonato del tutto il settore, trovando impiego altrove. Il risultato è che oggi, secondo il Center for American Progress, più della metà degli americani – in particolare le famiglie a basso reddito, di colore e quelle che vivono nelle zone rurali – vivono in «deserti per l’assistenza all’infanzia». A livello nazionale negli Stati Uniti mancano già circa 3,6 milioni di posti in asilo. La pandemia ha dunque esacerbato una situazione complicata. I finanziamenti federali hanno rappresentato una boccata d’ossigeno, ma non una soluzione.

Le liste di attesa per i nidi sono lunghissime e spesso bisogna attendere anni per ottenere un posto: è comune iscrivere un figlio prima ancora che sia nato. La maggior parte delle famiglie non può permettersi una tata, e i nonni di solito sono lontani o costretti a lavorare dall’assenza di un sistema pensionistico adeguato. Ma la rinuncia a un impiego può avere conseguenze disastrose per una famiglia, in termini di riduzione del reddito che entra in casa e di perdita dell'assicurazione sanitaria legata al quel posto.

Si prevede inoltre che saranno soprattutto le madri a lasciare il lavoro. La percentuale di donne nella forza lavoro, pari a oltre il 77%, attualmente è vicina al massimo storico, ma le chiusure dei nidi porteranno a un forte calo, con conseguenze per l’intera economia, soprattutto in settori tradizionalmente femminili come quello infermieristico, dell’insegnamento e dell’ospitalità. Il tutto si tradurrà in 10,6 miliardi di dollari di perdita di attività economica, calcolano i ricercatori, e in nuove tensioni sociali in una nazione già alle prese con una profonda mancanza di aiuti per le famiglie. «Non saranno colpiti solo i singoli bambini o genitori — conclude Julie Kashen, membro senior del think tank Century Foundation — ma la società nel suo insieme».