Usa. La stretta di Biden sulla armi, «imbarazzo nazionale». L'obiettivo: più controlli
Il presidente Joe Biden e la vice Kamala Harris alla Casa Bianca. Insieme hanno presentato una serie di norme per il controllo delle armi
Anche Joe Biden ci prova. Come Barack Obama e Bill Clinton prima di lui, anche il nuovo presidente democratico lancia una serie di misure per controllare la circolazione delle armi negli Stati Uniti, e lo fa nel giorno in cui 5 persone sono state uccise in Carolina del Sud da un uomo con problemi mentali.
Come Obama, Biden ha fatto ricorso ai suoi poteri per firmare degli ordini esecutivi che non richiedono l’intervento del Congresso, e che, per questo, hanno una portata limitata. Ma già la stretta contro quello che Biden ha definito «un imbarazzo nazionale» è incorsa nelle ire della lobby delle armi, la Nra, che si è detta «pronta a combattere» (usando un linguaggio inopportuno o volutamente minaccioso) e ha invitato i cittadini Usa a opporsi al rischio di vedersi «togliere le armi».
Biden aveva cercato di scongiurare lo spauracchio della confisca, usato spesso dalla Nra: «Nulla di quello che promuovo viola in alcun modo il Secondo emendamento della Costituzione sul diritto a possedere armi in America», ha assicurato il capo della Casa Bianca, respingendo la «falsa argomentazione» dei repubblicani e delle lobby del settore. I suoi provvedimenti infatti si limitano a prendere di mira le cosiddette «pistole fantasma», che non hanno il numero di serie perché possono essere assemblate in casa, e che d’ora in avanti saranno sottoposte alle regole di tutte le altre armi. Biden ha creato inoltre parametri per individuare i «soggetti pericolosi» ai quali non devono essere concesse armi.
Una categoria nella quale sarebbe forse rientrato Phillip Adams. Il 32enne ex campione di football ieri, dopo sei anni di lotta contro la malattia mentale forse, a detta del padre, causata dai traumi accumulati sul campo da gioco, è entrato nella casa di un vicino a Rock Hill, in Carolina del Sud e ha ucciso a sangue freddo 5 persone: un medico di 70 anni, la moglie, due nipotini di 9 e 5 anni e un operaio di 38 anni che stava eseguendo lavori nell’appartamento. Poi si è sparato. Una tragedia che negli Usa avviene, in media, una volta al giorno.
«Questa è un’epidemia e deve finire», ha sostenuto infatti il Commander in chief, che ha rinnovato il suo appello al Senato affinché approvi tre leggi già licenziate dalla Camera: l’espansione dei background check, l’eliminazione della possibilità di vendere armi a chiunque se entro tre giorni di controlli l’Fbi non rileva alcun problema e la reintroduzione della legge contro la violenza contro le donne.
Biden poi ha incluso le armi modificate con gli stabilizzatori (che le trasformano in armi d’assalto) fra quelle regolate dal National Firearms Act e ha chiesto al dipartimento di Giustizia un rapporto sul traffico di armi. Il presidente ha infine nominato un attivista per il controllo delle armi, David Chipman, alla guida dell’agenzia federale sul controllo delle armi.
«Basta preghiere, è il tempo di agire», ha concluso Biden, facendo notare come le bandiere erano ancora a mezz’asta per le vittime della sparatoria di Atlanta quando si è consumata quella di Boudler, in Colorado, la scorsa settimana. Al suo fianco c’era l’ex parlamentare dell’Arizona Gabby Giffords, che 10 anni fa è stata vittima di un colpo di pistola alla testa.