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Argentina. Milei cambia idea e retorica: andrò in Cina

Luca Miele sabato 5 ottobre 2024

Il presidente argentino Xavier Milei in un recente viaggio a New York

Da Paese “killer” a "partner commerciale molto interessante". L’ultimo capitombolo del presidente argentino Javier Milei riguarda i rapporti con la Cina. Dopo averla descritta con toni molto aspri e dopo aver promesso che mai avrebbe fatto “patti con i comunisti” rifiutando anche l’invito di adesione ai Brics, Milei ha annunciato un viaggio a Pechino per gennaio, rovesciando completamente la retorica utilizzata fin qui.
In un'intervista televisiva, Milei ha descritto la Cina come un "partner commerciale molto interessante" e ha affermato di essere stato "positivamente sorpreso” dal gigante asiatico. Un cambio di registro, suggerisce il South China Morning Post, dettato dal morso della crisi nel quale il Paese sta sprofondando. A settembre, secondo i dati ufficiali dell'Istituto nazionale di statistica e censimento, il 52,9 percento degli argentini risultava povero, un aumento di 11 punti percentuali rispetto alla seconda metà del 2023, quando Milei ha conquistato la presidenza. Lo scorso mese di giugno le autorità monetarie argentine e cinesi hanno rinnovato una linea di swap - un accordo per lo scambio delle rispettive valute - per l'equivalente di 5 miliardi di dollari fino al luglio 2026. La banca centrale del Paese sudamericano ha dichiarato in un comunicato che avrebbe rinnovato l'intero importo per 12 mesi, per poi ridurlo gradualmente nei 12 mesi successivi.

Le proteste degli studenti contro le politiche di Milei - ANSA

L’apertura di Milei rilancerà la presenza strategica cinese in Argentina, con Pechino che guarda con grande interesse a un Paese che detiene il 21 percento dei depositi di litio conosciuti al mondo, un componente cruciale nelle batterie delle auto elettriche? Sicuramente scalderà i motori della battaglia per l'influenza in America Latina: la Cina ha già investito circa 155 miliardi di dollari in progetti infrastrutturali nella regione dal 2005. Quanto il Paese sia considerato fondamentale da Pechino per la penetrazione in America Latina lo confermano alcuni “passaggi”: nel 2004, il gigante asiatico ha riconosciuto l'Argentina come uno dei tre partner strategici della regione e nel 2014 ha promosso la relazione a "partnership strategica globale". Le esportazioni argentine verso la Cina sono cresciute di circa otto volte, da 1,09 miliardi di dollari nel 2002 a 7,93 miliardi nel 2022, mentre le importazioni argentine dalla Cina, nello stesso arco temporale, sono cresciute di oltre 53 volte, da 330 milioni a 17,5 miliardi. I rapporti economici tra i due Paesi hanno recentemente subito, però, forti scossoni, come l'annullamento dell'acquisto da parte dell'Argentina dei caccia cinesi JF17/FC-1 in favore dei caccia F-16 prodotti dagli Stati Uniti.

Pechino è pronta a muovere le sue leve. Wang Wei, ambasciatore cinese a Buenos Aires, ha fatto sapere che i produttori cinesi di veicoli elettrici potrebbero prendere in considerazione l'idea di aprire fabbriche nel polo industriale argentino di Cordoba. "Le aziende cinesi di veicoli elettrici prenderanno attivamente in considerazione l'idea di aprire fabbriche qui in Argentina. Le nostre aziende sono già presenti in Brasile con le loro linee di produzione e assemblaggio, quindi perché non possono essere aperte a Cordoba presto, finché ci sono politiche preferenziali da parte delle autorità di Cordoba per attrarre le aziende coinvolte?", si è chiesto retoricamente. Ora bisognerà vedere quanto un Milei “disperato” possa resistere alle sirene cinesi.