Monsignor Anil Couto, arcivescovo cattolico di Delhi, è stato fermato oggi dalla polizia di Delhi insieme ad altri vescovi cristiani e leader di altre confessioni. Lo conferma all’Agenzia
Fides p. Joseph Chinnayyan, vice segretario generale e portavoce della Conferenza Episcopale dell’India. L’arcivescovo stava partecipando, insieme ad altri leader e a molti fedeli laici delle chiese cristiane, a una marcia pacifica di protesta in favore dei diritti dei dalit. I manifestanti erano arrivati nell’area di Jantar Mantar e si dirigevano verso il Parlamento indiano. Come appreso da Fides, la polizia ha caricato e percosso con violenza i manifestanti, arrestandone un buon numero. Fra i fermati, l’Arcivescovo Anil Couto, i vescovi cristiani protestanti Alwan Masih, Roger Gaikwad, e Vijayesh Lal, leader della “Evangelical Fellowship of India”, nonché il cattolico John Dayal, Segretario generale della “All India Christian Council.Secondo p. Chinnayyan, i vescovi chiedono che una delegazione dei manifestanti sia ricevuta dal governo e in Parlamento, che è riunito in sessione assembleare. I leader cristiani sono stati poi rilasciati dopo alcune ore. Una denuncia è stata comunque presentata contro la polizia di Delhi per aver aggredito e percosso suore e preti cattolici.
La marcia chiedeva l’abrogazione del decreto presidenziale del 1950 che legalizza la discriminazione, negando pari diritti a cristiani e musulmani di origine dalit. La discriminazione è stata estesa ai sikh nel 1956 e ai buddisti nel 1982. Le minoranze religiose indiane reputano tale provvedimento “totalmente incostituzionale”, “ma i governi che si sono succeduti hanno fatto orecchi da mercante” ha detto mons. Anil Couto. Anche in passato vi erano state proteste pacifiche, ma oggi la polizia “ha agito brutalmente sui manifestanti indifesi”, dicono i cristiani. In una nota inviata a Fides, il “Consiglio globale dei cristiani indiani (Gcic )” si dice “scioccato e costernato per l'arresto provocatorio di vescovi e altri leader”. Il Consiglio ricorda un precedente: già il 2 novembre 1997, alcuni vescovi furono arrestati per aver difeso i dalit.
Alcuni leder politici come Jayalalitha, primo ministro del Tamil Nadu, ha fortemente sostenuto la domanda di dalit cristiani e musulmani affermando che “la questione non può tollerare ulteriori ritardi” e che “dovrebbe essere portata in Parlamento”.