Riad. Arabia Saudita, c'è una speranza (solo) per Alì
Le autorità saudite non procederanno
all'esecuzione di Ali al-Nimr e di altri due giovani condannati a
morte per reati commessi quando erano minorenni. Lo scrive il sito
Middle East Eye, che cita una fonte anonima di Qatif, provincia
orientale del regno. L'altro giorno sull'account Twitter @Mujtahidd, che in passato ha anticipato diverse notizie
dall'Arabia Saudita, è apparso l'annuncio che ieri sarebbero stati
giustiziati 55 condannati a morte, tra cui si temeva ci fosse al-Nimr. Il giovane è nipote di un oppositore sciita ed è stato condannato alla
decapitazione e alla crocifissione del cadavere.IL CASO - L'OPPOSITORE ARRESTATO A 17 ANNI di Camille EidIl caso ha sollevato
lo sdegno internazionale, ma la fonte di Middle East Eye ha negato che
ieri fossero in programma le 55 esecuzioni e ha aggiunto di non ritenere
che al-Nimr e altri due giovani saranno mai giustiziati.
"Invece credo che per Sheikh al-Nimr
(lo zio di Ali, leader della protesta sciita del 2011, ndr), quattro
detenuti sciiti e i prigionieri salafiti la condanna sarà eseguita", in una
data per ora non precisata.
Nel mirino sciiti e salafiti. Secondo la fonte, le autorità saudite potrebbero
procedere presto a una esecuzione di massa con l'obiettivo di
provocare sia la minoranza sciita sia i salafiti legati ad al-Qaeda.
"Se procedono con questa esecuzione gli sciiti
saranno infuriati, lo saranno anche i salafiti e il governo saudita
sarà attaccato. Così il governo potrà dire di essere sotto attacco di
avere bisogno di sostegno. Sta cercando una scusa per dire
all'Occidente: 'Combattiamo contro il terrorismo e abbiamo bisogno del
vostro aiuto per mantenere la stabilità".L'ANALISI - L'ULTIMA VITTIMA DEGLI "AMICI" SAUDITI di Fulvio Scaglione
"Reati contro lo Stato". La scorsa settimana, il sito saudita Okaz annunciava che saranno
presto portate al patibolo 55 persone condannate a morte per "reati
contro lo Stato". Il sito non annunciava i nomi dei condannati, ma
precisava che alcuni di loro sono originari della provincia orientale
di al-Sharqiyya, dove risiede una nutrita comunità sciita. Tra le
possibili decapitazioni, anche quelle di molti condannati per
terrorismo.Appello per il poeta "apostata". È di questi giorni la mobilitazione di numerosi intellettuali di fama internazionale in favore di Ashraf Fayadh, poeta e artista di origine palestinese condannato a morte in Arabia Saudita per "apostasia". "Noi crediamo - si legge nell'appello di artisti e intellettuali citato dal Guardian - che le accuse contro di lui dovrebbero essere state già interamente ritirate e siamo inorriditi che invece Faydah sia stato condannato a morte per apostasia, semplicemente per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione e alla libertà di credo".Esecuzioni raddoppiate. Dall'inizio dell'anno 151 condanne a morte sono state eseguite in
Arabia Saudita, quasi il doppio delle 88 eseguite in tutto il 2014.