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Cristiani perseguitati. "In Iraq c'è un tesoro da salvare"

sabato 16 agosto 2014
Un appello del mondo accademico per i cristiani in Iraq è stato lanciato su iniziativa di Alessandro Mengozzi, dell'Università di Torino, e dalla collega Eleanor Coghill del'Università di Costanza, e subito sottoscritto da decine di ricercatori e docenti italiani e di tutto il mondo che si occupano della lingua e della cultura dei cristiani iracheni.Qui di seguito il testo dell'appello e la lista delle adesioni.Sono passati novantanove anni da quando i cristiani del Medio Oriente furono decimati nel genocidio del 1915, che riguardò, tra gli altri, i cristiani di lingua aramaica: Assiri, Caldei, Siri e Aramei. Ora, in pieno XXI secolo, assistiamo al tragico ripetersi della storia. Città e villaggi cristiani come Qaraqosh, Telkepe e Alqosh, che in qualche modo erano rimasti al riparo dalla violenza degli ultimi decenni, sono oggi completamente svuotati della loro popolazione. Si tratta di luoghi e comunità che, con i loro antichi monasteri, hanno un’enorme importanza storica e culturale. I cristiani e gli ebrei di questa regione hanno tra il resto conservato nei millenni la lingua aramaica e la parlano tuttora. Flussi di sfollati hanno raggiunto in varie fasi la piccola regione autonoma del Kurdistan iracheno e sono ormai ammassati a centinaia di migliaia nelle città curde, loro stesse minacciate dalla furia dell’ISIS. Dormono nei parchi e per le strade. Decine di migliaia di Yezidi sono stati costretti a fuggire, senza riparo o acqua, sulle montagne. Aiuti umanitari sono indispensabili nell’immediato, ma è chiaro che gli sfollati non potranno rimanere a lungo ad Erbil o Duhok in queste condizioni. Come studiosi impegnati nella ricerca sulle minoranze di lingua aramaica e la loro cultura, facciamo appello ai Governi degli Stati Uniti d’America e dell’Unione Europea perché facciano tutto quello che è in loro potere per permettere agli sfollati di tornare nelle loro case nella piana di Mosul e perché sia costituito per loro un porto sicuro nell’Iraq settentrionale, protetto da forze internazionali, sul modello di quanto è avvenuto venti anni fa per scongiurare il genocidio dei Curdi e garantire alla regione autonoma la stabilità e prosperità di cui ha goduto finora e che vorremmo poter augurare a tutti gli Iracheni. Dr. Eleanor Coghill (Konstanz) Dr. Alessandro Mengozzi (Torino) Prof. Geoffrey Khan (Cambridge) Prof. Dr. Werner Arnold (Heidelberg) Univ.-Prof. Dr. Shabo Talay (Berlin) Prof. Yona Sabar (UCLA) Prof. Dr. Heleen Murre-van den Berg (Leiden) Prof. Fabrizio Pennacchietti (Torino) Prof. Dr. Otto Jastrow (Tallinn) Prof. Steven Fassberg (Jerusalem) Prof. Hezy Mutzafi (Tel Aviv) Dr. Samuel Ethan Fox (Chicago) Dr. Sergey Loesov (Moscow) Pablo Kirtchuk, Ph.D. (Paris) Dr. Maciej Tomal (Krakow) Dr. George Anton Kiraz (Rutgers, New Jersey) Mr. Nineb Lamassu (Cambridge) Mr. Zeki Bilgic, M.A. (Konstanz) Mr. Georges Toro (Konstanz) Dr. Charles G. Häberl, PhD (Rutgers, New Jersey) Dr. Roberta Borghero (Cambridge) Dr. Michael Waltisberg (Marburg) Dr Alinda Damsma (Leo Baeck College, London) Dr. Na’ama Pat-El (Austin, Texas) Dr. Johanna Rubba (Cal Poly, Obispo, California) Rev. Kristine Jensen (Aramaic Bible Translation, Peoria, Arizona) Dr Lidia Napiorkowska (Cambridge) Mrs. Kathrin Göransson (Cambridge) Mr. Ariel Gutman (Konstanz) Mr. Michael Wingert (UCLA) Mr. Timothy Hogue (UCLA) Mr. Kristine Mole (Cambridge) Dr. Jasmin Sinha (independent, Aubange) Mr. Fabio Gasparini (Torino) Mr. Demsin Lachin, (Aramaic Bible Translation, Turlock, California) Dr. Margaretha Folmer (Leiden) Dr. Estiphan Panoussi (Gothenburg) Prof. Emeritus Olga Kapeliuk (Jerusalem) Dr. Jean Sibille (Toulouse)