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Il caso. Anonymous toglie la maschera al Ku Klux Klan

venerdì 6 novembre 2015
Il collettivo di hacker Anonymous ha svelato l'identità di 1.000 presunti simpatizzanti del Ku Klux Klan (KKK). Anonymous ha definito i dati "una forma di resistenza" contro la violenza di matrice razzista.La pubblicazione è stata motivata con la minaccia mossa dai suprematisti bianchi di ricorrere alla "forza letale" contro quanti scesero in strada per protestare contro la mancata incriminazione del poliziotto bianco che uccise, nell'agosto del 2014, il giovane afroamericano Michael Brown a Ferguson, in Missouri. Lo stesso Anonymous partecitò alle proteste scoppiate nel novembre 2014 contro la decisione delle autorità giudiziarie. La lista comprende account sui social media di persone che si sono unite o hanno cliccato "mi piace" a gruppi legati al KKK su Facebook e Google+; su molti di questi profili campeggiano immagini o slogan razzisti. Anonymous ha tenuto a sottolineare di aver usato l'intelligenza umana e non l'hackeraggio per redigere la lista. "Questo significa che gli individui su questa lista sono stati spesso identificati ricorrendo a fonti umane di informazione attraverso metodi aperti (interviste con fonti esperte) o coperti (spionaggio digitale/ingegneria sociale)", si legge nel comunicato che accompagna la lista, citato dalla Bbc. Già lo scorso anno, Anonymous aveva preso il controllo dell'account Twitter del KKK, sostituendolo con il proprio logo. E anche in quella occasione avevano rivelato alcuni nomi di membri dell'organizzazione di estrema destra.