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Spagna. Andalusia, Podemos si rafforza

lunedì 23 marzo 2015
​L'Andalusia si è recata ieri alle urne per il primo test del cruciale anno elettorale in Spagna, confermando la storica egemonia del Partido Socialista Obrero Espanol (Psoe) nella regione, ma in un quadro politico totalmente inedito, segnato dall'irruzione di Podemos e, in minore misura, del partito centrista Ciudadanos. Secondo i risultati praticamente definitivi, il Psoe, da 33 anni al governo della regione, conferma i risultati del 2012 con 47 deputati quando, pur essendo il secondo partito, ha governato in coalizione con Izquierda Unida (IU). Il risultato, anche se positivo, obbliga tuttavia la 40enne leader Susana Diaz a cercare alleanze, che potrebbero riproporsi anche nel resto del paese alle amministrative di maggio e alle politiche d'autunno. Confermato il tracollo del Partido Popular, nel 2012 il partito più votato, con il 40,6% dei voti, scivolato ora al 26,9% (da 50 a 33 seggi), in una Camera andalusa molto più frammentata, con l'irruzione delle due nuove forze politiche. Gli indignados di Podemos, con un exploit all'esordio sulla scena nazionale, conquistano circa il 15% (15 seggi) mentre il partito centrista Ciudadanos, nato dieci anni fa in chiave unionista in Catalogna, si attesta come quarta forza politica, con il 9,1% dei voti (9 seggi), scalzando Izquierda Unida, che dall'11,3% dei suffragi si ferma al 6,9% (da 12 a 6 seggi).    Il voto degli indecisi, quasi un terzo dell'elettorato, ha fatto la differenza, nella regione con il tasso record di disoccupazione del 34%, che supera il 60% fra i giovani. Per l'intera campagna, la candidata socialista ha fatto appello al malcontento per l'austerità e la disciplina fiscale imposta a livello nazionale dal governo. Ma l'appello alla mobilitazione e il voto di protesta è stato capitalizzato dalle nuove forze politiche, in particolare Podemos, in campo contro la casta e la corruzione. Le elezioni segnano la fine della tradizionale alternanza bipartitica fra Psoe e Pp, che ha governato la Spagna nella storia della sua democrazia: se tre anni fa, in Andalusia Psoe e Pp sommavano l'80% dei voti, oggi non superano il 60%. La nuova tappa sarà segnata da alleanze inedite che, dal laboratorio andaluso potrebbero riprodursi a livello nazionale.