Tennessee. Ancora un'esecuzione negli Usa: detenuto muore sulla sedia elettrica
Le sue ultime parole sono state: «Dio ha creato l’uomo. Gesù pianse. È tutto». Poi, la sedia elettrica è stata azionata e Stephen West è morto a 59 anni. Erano le 19.27 del 15 agosto, la notte in Italia.
L’undicesima esecuzione del 2019, negli Stati Uniti, si è consumata nel carcere di massima sicurezza di Nashville, in Tennessee: là il detenuto era rinchiuso dopo la condanna per stupro e duplice omicidio, trentatré anni fa.
È stato lo stesso recluso a scegliere la sedie elettrica al posto dell’iniezione letale, forse in un intento – non riuscito – di guadagnare tempo. Giovedì, il governatore repubblicano, Bill Lee, ha respinto la richiesta di clemenza mentre la Corte Suprema ha negato il rinvio.
All'epoca del delitto, West aveva 23 anni. Insieme al 17enne Ronnie Martin, secondo l’accusa, avrebbe fatto irruzione in casa di Wanda Romines e massacrato a coltellate lei e la figlia 15enne, Sheila. Quest’ultima, violentata prima di essere uccisa, frequentava la stessa scuola di Martin e ne aveva rifiutato il corteggiamento.
Questo sarebbe stato il movente del piano omicida, scattato dopo una notte di bevute. Martin non era ancora maggiorenne allora: così, al posto della pena capitale, in base al pronunciamento della Corte Suprema, era stato condannato all'ergastolo. Nel 2030 potrà chiedere la libertà sulla parola.
La sentenza per West, invece, era stata la pena capitale. Fino alla fine, il detenuto si è proclamato innocente del duplice omicidio e ne ha addossato la responsabilità a Martin, il quale ha confermato la versione del complice. Questo, però, non è bastata a salvarlo dal boia.