Spagna. Anche il «Cammino di Santiago» rinasce nella primavera del Covid
La Cattedrale di Santiago di Compostela
Bischeng è il primo cinese ad aver raggiunto quest’anno la “praza del Obradoiro”, a Santiago di Compostela, secondo i dati dell’Ufficio del Pellegrino. Volato da Shangai, dalla tappa iniziale a Saint Jean de Port per intraprendere la “rotta francese” ha condiviso l’avventura con Fabio, venuto da Torino e tifoso della Juventus. La piazza con la cattedrale e il Portico della Gloria, restituito dal lungo restauro al suo splendore, sono tornati a popolarsi di pellegrini che ritirano la Compostela, il certificato che accredita l’itinerario fatto. In prevalenza parlano galiziano o portoghese, soprattutto dopo l’agognata riapertura della frontiera lusitana.
Nella primavera post-Covid il Cammino di Santiago rinasce poco a poco in Galizia. La regione del nordovest, con una delle incidenze di coronavirus più basse di Spagna, mantiene ancora forti restrizioni. Gran parte degli albergues pubblici, dei bar e delle cappelle dei gioielli medievali sono ancora chiusi, ma nemmeno la pioggia frena la voglia e la speranza di ricominciare ad andare. E, come ricordava Antonio Machado, «el camino se hace al andar», il percorso si fa camminando. Se comparati agli scarsi 1.600 viaggiatori registrati da inizio anno, gli oltre 254 contati sabato scorso in una sola giornata lasciano sperare in una svolta rispetto alla magra stagione del 2020, quando l’affluenza sulla “Ruta Xacobea” è stata di 53.906 persone in tutto.
Un decimo dei 347.578 pellegrini del 2019. Per l’anno santo Compostelano, che per editto di papa Francesco si prorogherà eccezionalmente a tutto il 2022, la Xunta di Galizia ha contrattato un’assicurazione «per dare tranquillità a turisti e pellegrini e assicurare il Cammino come destinazione sicura per il Xacobeo giubilare», conferma il vicepresidente Alfonso Rueda. I 2,5 milioni di visitatori attesi non dovranno preoccuparsi di spese mediche, chirurgiche, ospedaliere e dell’eventuale rimpatrio, se fosse necessario, tutti a carico di una polizza, che copre fino 15mila euro a persona i turisti internazionali, mille se obbligati alla quarantena.
L’amministrazione pagherà 1,4 milioni di euro del costo assicurativo, mentre negli aeroporti di Vigo, Santiago e della Coruña sono previsti test antigeni gratis volontari. Un numero verde speciale (881 00 20 21) garantisce assistenza ai viaggiatori e un elicottero-drone pattuglierà i principali itinerari per eventuali emergenze. «Dall’apertura della frontiera col Portogallo, cominciano ad arrivare i primi ospiti anche se col contagocce.
Ma finalmente c’è movimento, soprattutto per le prenotazioni a luglio e agosto», spiega Jesus Fariña, gestore dell’ostello Doña Urraca a Caldas.
È lungo il “Cammino portoghese”, che entra in Galizia per la cittadina frontaliera di Tui, attraversa Pontevedra e Padrón, per culminare nella città dell’apostolo. Da Caldas nel fine settimana è partito anche il “Discamino di Santiago”, un’ iniziativa dell’Associazione delle Famiglie di persone con paralisi cerebrale (Apamp), con gruppi in sedia a rotelle o “Joelette” elettriche accompagnati da volontari, per promuovere un pellegrinaggio accessibile anche ai disabili. “Escolares caminando en familia” è un’altra delle proposte di Turismo Galizia, organizzata dalla Federazione dei genitori degli alunni, che vuole trasformare tutti i sabati – dal 22 maggio al 9 ottobre – nell’occasione in cui le famiglie possono coprire assieme una tappa di 10 chilometri del Cammino, seguendo la Via de la Plata in Oruense.