La storia. I giovani guardiani della foresta, in prima linea contro gli incendi
Cresce l'intensità dei roghi in Amazzonia
Sono sulla "linea del fuoco". Nel senso letterale del termine. Il municipio di Riberalta, nella regione del Beni, è una delle frontiere più incandescenti dell'Amazzonia boliviana. Gli incendi continuano a crescere di numero e intensità. Difficilmente, data l'umidità della foresta pluviale, i roghi sono spontanei. Ad appiccarli sono, in genere, gruppi al soldo della lobby dei cacciatori di risorse. Una volta disboscata dalle fiamme, l'area in questione smette di essere area protetta e può venire destinata allo sfruttamento agricolo o minerario, agli allevamenti, alla realizzazione di infrastrutture. Il cambiamento climatico, però, ha acuito la forza degli incendi e favorito la propagazione. Le inondazioni del 2014 e 2015 - anche queste effetto del riscaldamento globale - hanno deteriorato la superficie boschiva: i roghi non trovano più ostacoli nella loro espansione. Le conseguenze sono drammatiche. A farne le spese soprattutto i grandi alberi di noce, principale fonte di reddito della popolazione. I giovani, però, non si arrendono al disastro. Settanta ragazzi tra i dodici e i trent'anni hanno creato l'Associazione giovani riforestatori in azione (Ajora). Divisi in squadre, i volontari piantano alberi di mango e ananas, particolarmente resistenti alle fiamme, in modo da realizzare fasce frangi-fuoco.
I ragazzi di Ajora - Cospe
I giovani custodi della foresta, inoltre, cercano di recuperare la flora e la fauna danneggiate dagli incendi. In particolare, sono impegnati nella cura degli alveari, a partire dai pochi sciami di api rimasti e nella coltivazione di cacao. Attività quest'ultima iniziata per caso, durante la pandemia, con esiti sorprendenti: il loro prodotto è stato selezionato per partecipare al premio mondiale al Salone del cioccolato di Parigi.
Ajora è impegnata nella cura delle api - Cospe
Ajora è una delle molte realtà sostenute dalla campagna AMAzzonia, appena lanciata da Cospe. A due anni esatti dall'avvio del Sinodo speciale sulla regione indetto da papa Francesco, la voce delle sue genti continua a interpellarci. Ricordandoci che l'Amazzonia è anche nostra.