Da prima dell'alba le forze fedeli al regime di Bashar al-Assad hanno ripreso i bombardamenti su Damasco, concentrati soprattutto alla periferia della capitale e nel circondario, facente parte della provincia di Rif Dimashq: lo hanno denunciato fonti dell'Osservatorio Siriano per i Diritti Umani, organizzazione dell'opposizione in esilio con sede in Gran Bretagna, secondo cui sono stati presi di mira i sobborghi meridionali di Assali, Nahar Aisha e al-Qadam come pure, fuori città, le località di Irbin, al-Tal e Jdaydet Artuz. Nuovi combattimenti tra lealisti e ribelli sono inoltre stati segnalati ad Harasta, unha decina di chilometri a nord-ovest del centro storico damaschino. Rastrellamenti e arresti sono stati compiuti nei quartieri di Qaimreya, al-Qashla, Shaghut e nella Città Vecchia. Stando a un altro gruppo della resistenza, i Comitati Locali di Coordinamento della Rivoluzione, nelle ultime 48 ore a Damasco hanno perso la vita almeno 45 persone, tra cui dieci civili e due insorti soltanto nella mattinata odierna; sempre oggi quattro abitanti sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco a Dera, capoluogo dell'omonima provincia meridionale e culla originaria della rivolta contro Assad. Nello stesso arco di tempo il numero complessivo dei morti nell'intera Siria è stato di centocinquanta, la maggior parte dei quali registrati nella stessa provincia di Rif Dimashq.
ALLARME DALLA GRECIA. Le autorità elleniche preposte al controllo delle frontiere si aspettano nelle prossime settimane l'arrivo al confine di almeno 15.000 profughi siriani che cercheranno di entrare nel territorio della Grecia. Lo ha dichiarato Haralambos Pantelidis, capo del sindacato delle guardie di frontiera greche parlando alla radio privata Skai. Pantelidis ha aggiunto che le autorità elleniche stanno lavorando in collaborazione con quelle della confinante Turchia - dove si ritiene siano arrivati almeno 150.000 profughi siriani (contro i 50.000 ufficialmente noti) - per far fronte all'eccezionale afflusso di migranti atteso a breve alla frontiera. Negli ultimi tempi, al fine di contrastare in modo più efficace l'immigrazione clandestina proveniente dalla Turchia, le autorità elleniche hanno rafforzato la presenza delle guardie di frontiera lungo le rive del fiume Evros, nella regione nord-orientale del Paese, inviandovi quasi 1.900 pattuglie trasferite da altre parti della Grecia.