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Detroit. Incinta di 8 mesi arrestata per l'errore del riconoscimento facciale: fa causa

Redazione Esteri martedì 8 agosto 2023

Porcha Woodruff, 32 anni, è all'ottavo mese di gravidanza

Porcha Woodruff, 32 anni, all'ottavo mese di gravidanza, stava uscendo di corsa da casa per portare i figli a scuola, quando aveva visto sulla soglia sei poliziotti. Uno di loro le aveva comunicato di essere in stato d'arresto. Sul momento la donna aveva pensato a uno scherzo: era stata appena accusata di rapina armata e sequestro d'auto. Non scherzavano.

Woodruff è stata vittima di un errore del software che si occupa del riconoscimento facciale: lo scambio di persona l'ha portata in cella senza che avesse compiuto niente, e prosciolta appena due settimane prima di partorire. Adesso la donna ha deciso di fare causa alla città di Detroit e alla polizia. Secondo il parere di alcuni legali sentiti dai media americani, è destinata a ricevere un risarcimento di molti milioni di dollari. Quando era stata arrestata, e avevano capito che non si trattava di uno scherzo, i bambini di 6 e 12 anni erano scoppiati in lacrime a vedere la madre portata via in manette. Woodruff era stata individuata dal raffronto tra una foto scattata otto anni prima dalla polizia, quando l'avevano fermata per guida con patente scaduta, e le immagini video analizzate dal software. La vittima, che era stata rapinata da una donna, che le aveva portato via anche l'auto, aveva visto la foto di Woodruff, proposta dal sistema di riconoscimento facciale, e aveva detto: sì, è lei. Ma non lo era.

Adesso Woodruff ha presentato una denuncia alla procura distrettuale del Michigan per arresto e detenzione illegale e per violazione al Quarto Emendamento che protegge gli individui da misure immotivate. Queste riguardano la città di Detroit, ma altre due denunce sono state presentate nei riguardi della polizia.

"Dovrebbe essere pacifico - sostiene la donna - che il riconoscimento facciale non dovrebbe essere considerato come prova per arrestare una persona". Ma all'errore dell'algoritmo si è aggiunta la rigidità degli agenti. Woodruff aveva subito chiesto come avesse potuto compiere un reato del genere all'ottavo mese di gravidanza. La stessa vittima non aveva parlato di persone in gravidanza. Ma negli Stati Uniti non è raro imbattersi in poliziotti, o funzionari, che davanti all'evidenza solare delle prove non cambiano idea. Se un algoritmo dice una cosa, va seguita.

I vertici della polizia adesso ammettono di essere in grande imbarazzo. James White, capo del dipartimento di Detroit, ha ammesso "profonda preoccupazione riguardo i dettagli della denuncia". Il caso, avvenuto a febbraio, era stato archiviato a marzo, ma in quelle due settimane prima da arrestata, e poi da sospettata, la donna era caduta in un profondo stato di depressione e angoscia.

Durante il periodo in cui è stata rinchiusa nel centro di detenzione, Woodruff era stata costretta a restare seduta su una panchina di cemento per undici ore, prima di essere rilasciata dietro pagamento di una cauzione di centomila dollari. Portata subito in ospedale, le era stata diagnosticato un grave caso di disidratazione, che avrebbe potuto mettere a rischio la gravidanza. Mentre era in ospedale, la donna aveva avuto anche un attacco di panico. Due settimane dopo ha partorito. Le cause avviate potrebbero risarcirla di tutto il trauma vissuto, e garantire a lei e alla sua famiglia un'esistenza molto più tranquilla. E, probabilmente, con una condizione da benestante, di essere vista la prossima volta dalla polizia con un occhio diverso.