Quattro persone sospettate di avere legami con il gruppo di al Qaeda che ha
rapito operatori umanitari europei in Algeria, tra cui l'italiana Rossella Urru, sono stati arrestati dai servizi di sicurezza algerini a Tamanrasset e Bechar. Lo apprende da fonte informata il quotidiano algerino el Khabar. La cooperante italiana Rossella Urru, rapita lo scorso 23 ottobre assieme a
due cooperanti spagnoli, è viva e in mano ad al Qaeda. Lo riferisce un
mediatore. I tre cooperanti, rapiti domenica scorsa nel campo profughi Saharawi di Rabuni, nel sud ovest dell'Algeria, sono nelle mani di Al Qaeda per il Maghreb
islamico, ha riferito il mediatore. Sarda, 29 anni, Urru è rappresentante del
Comitato Italiano Sviluppo dei Popoli (CISP) e lavora da due anni nel campo
profughi saharawi. Con lei sono stati sequestrati Ainhoa Fernandez de Rincon,
dell'Associazione amici del popolo saharawi e Enric Gonyalons
dell'organizzazione spagnola Mundobat. Gli arresti eseguiti dall'esercito algerino, secondo quanto riferisce El Khabar, sono stati complessivamente otto nell'ambito di una operazione mirata a colpire la "rete" di al Qaeda nel Maghreb nelle wilaya (distretti) dell'Algeria
meridionale e quindi a cercare di liberare i tre sequestrati. All'operazione,
come quelle che ormai da mesi impegnano le forze armate algerine, partecipano
anche unità aeree (elicotteri e caccia). Gli sforzi per intercettare il gruppo
terrorista che ha in mano i tre cooperanti rapiti al momento non hanno
consentito la loro liberazione.