Al-Qaeda ha diffuso un messaggio audio in cui la turista fiorentina rapita a inizio mese nel deserto dell'Algeria assicura di stare bene confermando così informazioni circolate da ultimo una decina di giorni fa. Attraverso un suo portavoce, l'organizzazione terroristica ha anche rivendicato il sequestro. L'incisione con la voce di Maria Sandra Mariani, rapita da un commando dell'organizzazione terroristica islamica 16 giorni fa, é stato ottenuto e trasmesso da
Al Arabiya, la tv degli Emirati Arabi Uniti con sede a Dubai. «Sono io, Maria Sandra Mariani, la donna italiana rapita mercoledì 2 febbraio 2011», dice in francese la voce femminile che si è rivolta direttamente al governo italiano dicendo di essere in buone condizioni: «Sto bene», ha detto la Mariani secondo sintesi del suo messaggio in cui la donna conferma di essere «ancora tenuta da al-Qaeda per il Maghreb islamico». «Chiedo per favore ad
Al Arabiya di pubblicare questo messaggio. Grazie», sono altre parole che si é appreso ha detto la Mariani.
Al Arabiya riferisce di essere stata contattata da un portavoce di al-Qaeda per il Maghreb islamico che ha rivendicato il sequestro della donna, circostanza data per scontata, ma non ancora ufficializzata. Il sedicente rappresentante dei terroristi ha confermato che la Mariani è viva. Si è appreso inoltre che la tv satellitare è riuscita a parlare con la turista italiana, usando non meglio precisate "fonti" di cui dispone in Algeria. La turista, dipendente di un agriturismo di San Casciano, era stata sequestrata da un commando armato nel Sahara algerino, 250 chilometri a sud di Djanet, non lontano dalla frontiera con il Niger. L'organizzazione di al-Qaeda per il Maghreb islamico (Aqmi) é attiva nel deserto del Sahara algerino, dove ha già sequestrato alcuni stranieri anche se la maggior parte delle sue passate attività si era svolta in aree desertiche a sud dei confini dell'Algeria. L'Aqmi si è formata in un lungo conflitto fra le forze di sicurezza e militanti islamici nel nord dell'Algeria. Pressata dalle autorià algerine, l'organizzazione ha spostato alcune sue operazioni nel deserto fra Niger, Mali, Algeria e Mauritania, sfruttando i confini mal sorvegliati di questi enormi Paesi.