Il virus. Bimba dodicenne sudafricana ha sconfitto l'Aids
Una bambina sudafricana è diventata il terzo caso al mondo di minore a sconfiggere il virus dell'Aids dopo una cura di dieci mesi nel primo anno di vita. Lo straordinario risultato è stato presentato alla conferenza della “Associazione Internazionale di Aids”, a Parigi, dall’esperto Anthony Fauci, direttore dell'Istituto nazionale di malattie infettive che ha finanziato la ricerca. "Questo nuovo caso rafforza le nostre speranze che il trattamento dei bambini affetti da Hiv, per un breve periodo all'inizio dell'infanzia, possa superare l'ostacolo di una terapia che duri tutta la vita", ha dichiarato il professor Fauci.
La bambina, 12 anni, che si trova in una fase di remissione di lungo termine, non ha più preso farmaci per i successivi nove anni. Dal termine della cura, infatti, a base di anti-retrovirali, il virus risulta inattivo e la bambina è in ottima salute. Tra coloro che hanno assunto i farmaci anti-retrovirali, per un lasso di tempo limitato, pochi hanno potuto interrompere definitivamente le cure senza che il virus tornasse. Tra questi ultimi vi sono quattordici adulti che hanno partecipato a un trial medico francese durato tre anni. I ricercatori hanno ammesso di non sapere perché la bambina sudafricana sia l'unica, tra 410 casi curati nella stessa maniera, ad aver raggiunto la remissione per un periodo così lungo. La paziente era risultata positiva all'Aids al suo trentaduesimo giorno di vita. I ricercatori sperano che il trattamento precoce dei contagiati possa consentire una remissione senza farmaci.
Il virus dell'Hiv, infatti, ha l'abilità di nascondersi nelle cellule umane, ovvero di sembrare scomparso, per poi riemergere dopo diversi anni, alla fine del trattamento. Gli anti-retrovireali, che inibiscono il virus, non lo uccidono e le persone infette sono costrette ad assumerne ogni giorno per tutta la vita, con effetti collaterali di vario tipo. Meno dell'1% delle persone che hanno contratto il virus sono capaci di fermarne la replicazione. Questo gruppo è noto come "l'elite dei controllori", ma non è chiaro quale sia il meccanismo che lo consente. Per la prima volta oltre la metà di tutte le persone che vivono con il virus dell’Hiv, ovvero il 53%, hanno accesso al trattamento antiretrovirale ed I decessi connessi all’Aids risultano quasi dimezzati, dal picco del 2015, e sono passati da 1,8 milioni a 1 milione secondo I dati del Programma delle Nazioni Unite per la lotta contro l’Aids.