Israele. Sospetti legami con gli attacchi di Hamas: agenzia Onu indaga sul suo staff
Philippe Lazzarini, a capo dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi
L’accusa è pesante e l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha deciso di vederci chiaro. Dopo che Israele ha fornito informazioni che dimostrerebbero il coinvolgimento di almeno 12 dipendenti dell’Unrwa nell’attacco di Hamas del 7 ottobre scorso, il commissario generale Philippe Lazzarini ha rescisso quei contratti e annunciato un’indagine interna. Va ricordato che l’Unrwa ha 13mila dipendenti a Gaza, in maggioranza rifugiati, e quasi 4mila in Cisgiordania. Da Washington, il Dipartimento di Stato americano ha sospeso i finanziamenti aggiuntivi all’agenzia Onu. La Commissione Europea si aspetta che l’Unrwa «prenda misure immediate contro il personale coinvolto» riservandosi di valutare «ulteriori passi». L’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, scrive anche che «l’attuale situazione a Gaza non può costituire un prezzo accettabile da pagare per la lotta contro Hamas» e che «l’assistenza umanitaria non può essere oggetto di negoziati politici».
Al fondo della questione c’è uno degli interrogativi chiave del conflitto, ovvero quanti palestinesi sostengano Hamas e fino a che punto. Ma anche se, e come, il supporto politico e ideologico al governo che la popolazione di Gaza ha votato, e che la tiene in scacco usandola come scudo umano, possa tradursi in complicità nelle atrocità commesse dal braccio militare del partito.
I miliziani hanno diffuso oggi l’ennesimo video degli ostaggi, questa volta 3 ragazze, tra i 136 che restano nell'enclave. E per il terzo giorno consecutivo è proseguita la protesta dei familiari, che a decine hanno bloccato l'ingresso degli aiuti umanitari al valico israeliano di Kerem Shalom con Gaza.
In Israele l'estrema destra prepara il ripristino degli insediamenti ebraici che si trovavano nella Striscia prima del ritiro del 2005. Se ne parlerà in un convegno, domenica all'International Convention center di Gerusalemme, dove sono attesi 3mila partecipanti. Annunciata la presenza di tutti i ministri di estrema destra, fra cui Bezalel Smotrich (Finanze) e Itamar Ben Gvir (Sicurezza nazionale), ma anche di membri del Likud (il partito del premier) quali i titolari della Cultura, Miki Zoahar, e del Turismo, Haim Katz.