Afghanistan. La protesta via Twitter: vogliamo le ragazze a scuola
Mentre gli esponenti del nuovo governo dei taleban in Afghanistan fanno sapere che le donne non potranno tornare al lavoro, sui social parte una campagna a sostegno di bambine e ragazze escluse dalle scuole: #withoutmysisteriwillnotgotoschool è l'hashtag con cui i ragazzi stanno affermando che "Senza mia sorella a scuola non ci vado".
We will not go to school, till our sisters go to school pic.twitter.com/Y8SLTmdlmg
— Fazal Afghan 🇦🇫 (@fhzadran) September 18, 2021
Dopo la chiusura di molte scuole a Kabul e in tutto il Paese, infatti, venerdì scorso i taleban hanno ordinato ai funzionari di supervisionare la riapertura di scuole pubbliche e private per i ragazzi di scuole medie e superiori: "Tutti gli studenti maschi e gli insegnanti devono essere presenti nelle loro scuole" recita l'annuncio. Assente la voce "ragazze". Da qui, sui socialnetwork, si è scatenata la campagna, con foto dei giovani che espongono cartelli con su scritto il loro appello in lingua pashtu e inglese.
Taliban has banned girls from secondary education in Afghanistan. Meanwhile, this brave young Afghan boys have joined a campaign: #WithoutMySisterIwillNotGoToSchool.
— Masih Alinejad 🏳️ (@AlinejadMasih) September 18, 2021
These are the people who're taking enormous risks for change. #بدون_خواهرم_مکتب_نمیرم pic.twitter.com/o6qocRXauk
Q. Q., un'insegnante di scuola superiore, in un post su Twitter ha scritto: "Come insegnante, ho sempre parlato dell'importanza di educare le donne. Ma ora l'insegnamento all'ombra dell'Emirato moltiplica per zero tutto il duro lavoro". "Proibire alle ragazze di frequentare la scuola è come seppellirle vive. Non lasciare che questo incubo si trasformi in realtà", ha detto al Post Aryan Aroon, attivista e scrittore afghano che ha lasciato il Paese prima che i talebani prendessero il sopravvento.
A Herat tredici studentesse di età compresa fra 15 e 18 anni hanno invitato i giornalisti in un quartiere residenziale periferico, dove i talebani non sono presenti, e hanno mostrato striscioni chiedendo di poter tornare a scuola. "Chiediamo loro (taleban, ndr) di riaprire le nostre scuole il prima possibile", ha detto una manifestante di 17 anni, non andare a scuola è come "tornare indietro". "Chiediamo che tutte le ragazze tornino nelle loro scuole e che a tutte le donne sia permesso di tornare al loro lavoro", ha aggiunto una 18enne.
Il ministro dell'istruzione superiore Abdul Baqi Haqqani aveva annunciato il 12 settembre che alle donne sarebbe stato permesso di studiare nelle università e nei programmi post-laurea, sebbene poi avesse chiarito: "Non permetteremo a studenti e studentesse di studiare nella stessa classe. Le classi miste vanno in contrasto con le disposizioni della sharia", la legge islamica.
Durante il precedente governo talebano (1996-2001) le scuole femminili erano state chiuse e alle donne era stato vietato lavorare. Le afghane che camminavano sole negli spazi pubblici spesso denunciavano di subire percosse. In questi giorni i fondamentalisti stanno di nuovo imponendo la loro rigida interpretazione della sharia, compreso un codice di abbigliamento conservatore ed esecuzioni pubbliche per violazioni morali.
Il ministero delle donne in Afghanistan inoltre è stato tramuto in ministero per la Prevenzione dei vizi e la promozione delle virtù. "C'è un profondo valore simbolico nel trasformare un ministero delle donne per le donne in un ministero degli uomini per controllare le donne", ha detto in un tweet Obaidullah Baheer, docente presso l'Università americana dell'Afghanistan. "Così, è un'occasione mancata di mostrare tolleranza verso più della metà della popolazione afghana".