Afghanistan. Gli Usa: via entro il 31. I taleban: le donne a casa
"Non c'è stato alcun cambiamento sulla scadenza della missione in Afghanistan. Crediamo che la data del 31 agosto possa essere rispettata" ha detto ai giornalisti il portavoce del Pentagono John Kirby, mettendo fine alla ridda di ipotesi, pressioni (e per molti speranze) per una proroga. "I taleban hanno detto chiaramente quali sono loro aspettative" ha aggiunto Kirby, ribadendo che gli Stati Uniti rispetteranno la scadenza annunciata da tempo e indicata ieri come ultimatum dai nuovi signori di Kabul.
"Sul fronte dell'evacuazione continuiamo a fare progressi, diverse migliaia di americani sono stati già evacuati e negli Usa metteremo più basi a disposizione dei rifugiati afghani" ha detto il portavoce del Pentagono. "L'obiettivo è portare via 20 mila persone entro la fine della settimana", inclusi "tutti gli americani che vogliono lasciare l'Afghanistan". Per la maxi evacuazione sono state mobilitate anche le compagnie aeree Usa: parte un volo ogni 45 minuti.
Al G7 Biden conferma il 31. L'Ue: gestire i profughi a livello globale
Al G7 straordinario sull'Afghanistan, tenutosi in videoconferenza, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha confermato il 31 agosto come data ultima per il ritiro. Lo hanno detto fonti dell'amministrazione americana alla Cnn. Biden, secondo quanto riferito dalla fonte, ha preso la decisione consapevole dei rischi per la sicurezza in caso di un prolungamento della presenza, ma ha comunque chiesto dei piani di emergenza per rimanere più a lungo se necessario.
Nel comunicato finale del G7 si legge che i taleban "saranno ritenuti responsabili delle loro azioni" sul terrorismo e sui diritti umani, "in particolare quelli delle donne". I sette leader sottolineano che l'Afghanistan "non deve mai più diventare un rifugio sicuro per il terrorismo e una fonte di attacchi terroristici contro altri" Paesi.
"La gestione dei corridoi umanitari, per evitare che persone vulnerabili cadano nelle mani dei trafficanti, va fatta a livello globale" ha dichiaratola presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha apprezzato l'impegno di Canada e Gran Bretagna di accogliere oltre 20mila persone ciascuno.
"Non creiamo un nuovo mercato per i trafficanti di esseri umani", vogliamo mantenere "il flusso" di profughi "sotto controllo e le frontiere insicurezza" ha detto il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel.
Draghi: l'Europa sia più unita sull'immigrazione
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha detto che la cooperazione internazionale è essenziale nella lotta al terrorismo, invocando il coinvolgimento dei Paesi del G20, e ha aggiunto che l'Italia destinerà agli aiuti umanitari le risorse che erano previste per il sostegno all'esercito. Sul tema immigrazione si è chiesto: "Saremo in grado di avere un approccio coordinato e comune? Finora, sia a livello europeo, sia internazionale, non si è stati in grado di farlo. Dobbiamo compiere sforzi enormi su questo".
I taleban vietano l'aeroporto agli afghani "per motivi di sicurezza"
Nella seconda conferenza stampa da quando hanno preso il potere a Kabul, i taleban hanno annunciato che non permetteranno più ai cittadini afghani di raggiungere l'aeroporto. "Abbiamo chiesto agli americani di non incoraggiare gli afghani a andarsene. Abbiamo bisogno delle loro competenze", ha detto il portavoce della milizia islamica Zabihullah Mujahid. Insistendo: "Non inseguiamo nessuno, non diamo la caccia a nessuno, non ci sono stati incidenti in nessuna parte del Paese e non abbiamo nessuna lista. Noi vogliamo portare pace e sicurezza nel nostro Paese".
"L'Emirato islamico sta cercando di controllare la situazione" all'aeroporto di Kabul, ha spiegato Muhahid. "La strada verso l'aeroporto è stata chiusa, gli afghani non possono più andare lì, possono farlo gli stranieri. Abbiamo impedito ai cittadini afghani di recarsi lì perché c'è pericolo di perdere la vita a causa della calca, e gli americani stanno facendo qualcosa di diverso, quando c'è la calca sparano, e la gente muore. Sparano alla gente. Noi vogliamo che gli afghani siano al sicuro da questo".
Quanto al ritiro dei soldati occidentali, il portavoce ha detto: "Il 31 agosto è un piano degli Stati Uniti che hanno previsto loro. Loro hanno avuto tutte le opportunità e tutte le risorse per portare via tutte le persone che appartengono a loro. Noi non prolungheremo la scadenza".
La conferenza stampa dei taleban - Ansa
Per le donne il divieto di lavoro è "temporaneo". La lotta per il Panshir
Sempre in conferenza stampa, il portavoce dei taleban ha detto che la sospensione delle donne dal lavoro "è temporanea" e che non perderanno il posto: "Le forze di sicurezza al momento non sono operative e non sono addestrate nell'affrontare la donna, nel parlare con le donne e in questo momento dobbiamo fermare le donne finché non ci sarà una piena sicurezza per loro. Quando ci sarà un sistema appropriato, potranno tornare a lavoro e quindi riprenderanno lo stipendio. Ma al momento devono restare a casa".
Lo stesso portavoce è intervenuto anche sulla resistenza in corso in Panshir: "Nella provincia di Panshir c'è stato un piccolo problema e stiamo cercando di risolverlo, ne stiamo parlando. La nostra politica è di finire la guerra in questo Paese. La guerra è conclusa, non vogliamo nessun tipo di guerra o battaglia in Afghanistan, questa è la nostra politica. Noi cerchiamo di parlare alla popolazione del Panshir, cerchiamo di incontrarli e risolvere il problema. Ci stiamo provando in tutti i modi. Per l'80% la situazione è sotto controllo e vi possiamo rassicurare: i fratelli che sono lì li abbracciamo, chiediamo di tornare a Kabul e convivere con noi. Non abbiate paura, abbiamo obiettivi comuni".
L'Onu teme esecuzioni sommarie. Guerini: nessuna arma italiana ai taleban
L'alto commissario dell'Onu per i Diritti Umani, Michelle Bachelet, ha ricevuto notizie da "fonti attendibili" che i talebani in Afghanistan stanno commettendo "esecuzioni sommarie di civili e soldati afghani". Lo riporta Skynews. Bachelet non è entrata del dettaglio ma ha chiesto al Consiglio Onu sui Diritti Umani di creare al più presto un meccanismo per monitorare da vicino le azioni dei talebani.
Nel corso di una audizione davanti alle commissione riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato sulla situazione in Afghanistan, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha affermato che nessun "nostro sistema d'arma o militare è stato ceduto ai taleban". "La rapida avanzata dei taleban ha incontrato la quasi nulla resistenza delle forze di sicurezza locale che sono fuggite e, in alcuni casi, lasciando armi e mezzi" ha detto Guerini. Per il ministro "sullo sfondo di questi evidenti insuccessi militari c'è anche la mancanza di coesione e di leadership credibili delle autorità afghane".
Replicando alle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha chiarito che "nessun diplomatico italiano ha mandato di negoziare con i taleban. Non abbiamo l'intenzione di avviare iniziative unilaterali". In Afghanistan, ha detto, "ci sono ancora 32 italiani che non vogliono tornare".