Il processo di riconciliazione afghano potrebbe cominciare il prossimo mese con colloqui fra rappresentanti dei talebani e del governo del presidente Ashraf
Ghani. Lo hanno affermato alla tv Dawn News autorevoli fonti governative ad Islamabad.
Sulla scia di notizie degli ultimi giorni, poi smentite dagli
interessati, di possibili contatti fra gli insorti e Stati Uniti
a Doha, capitale del Qatar, le fonti hanno confermato che
l'ufficio politico dei talebani nell'Emirato è stato rilanciato
e che esistono già, con i buoni uffici del Pakistan,
"precontatti" fra questi ed emissari del governo di Kabul.
"I colloqui veri e propri - hanno poi sottolineato - sono
previsti per marzo 2015". Per il momento l'uomo chiave dei
seguaci del Mullah Omar è Qari Din Mohammad, che settimane fa
si è recato a Pechino su invito delle autorità cinesi
interessate a una stabilizzazione dell'Afghanistan, e che
questa settimana ha incontrato anche un emissario di Washington.
Intanto nella capitale americana, il segretario di Stato John
Kerry ha lodato in una conferenza stampa gli sforzi del Pakistan
per portare pace e stabilità nella regione, al termine di un
incontro con il ministro dell'Interno pachistano, Chaudhry Nisar
Ali Khan.
In aumento nel 2014 i civili morti nel conflitto
I civili morti nel conflitto afghano nel 2014 sono cresciuti del 25%, mentre i feriti a loro volta hanno visto un incremento del 21%. Lo ha reso noto oggi a Kabul
la Missione delle Nazioni Unite di assistenza all'Afghanistan
(Unama). Presentando alla stampa il suo rapporto annuale, l'Unama ha
precisato che in totale le vittime civili (morti e feriti)
documentate sono state 10.548, il numero più alto dal 2009, in
aumento del 22% rispetto all'anno precedente.
Nel documento, intitolato "Rapporto
annuale 2014 sulla protezione dei civili nel conflitto armato",
si specifica che lo scorso anno i morti sono stati 3.699 ed i
feriti 6.849. Dal 2009, si dice ancora, lo scontro fra le forze
di sicurezza nazionali e internazionali e gli insorti ha causato
47.745 vittime civili (17.774 morti e 29.971 feriti).
Inoltre, per la prima volta lo scorso anno rispetto al 2009,
il numero di morti e feriti causato dagli scontri territoriali è
stato maggiore di quello dovuto allo scoppio di rudimentali
ordigni (ied). Con un forte incremento anche di decessi di donne
e bambini.
Stigmatizzando questo aggravamento della situazione, il
rappresentante speciale del segretario generale dell'Onu in
Afghanistan, Nicholas Haysom, ha sottolineato che "esso dimostra
il poco rispetto delle parti in conflitto per gli impegni presi
di protezione della popolazione civile afghana".
Dal rapporto dell'Unama, peraltro, emerge che gli "elementi
anti-governativi" restano responsabili della maggior parte delle
vittime civili (72%), mentre la restante parte è addebitata alle
forze filo-governative (14%), a impossibilità di determinare le
responsabilità (10%) o ad altre cause (4%).