Asia. Afghanistan, torture e matrimoni forzati: la "morte al rallentatore" delle donne
Donne afghane imprigionate dai talebani a Kandahar
La vita delle donne e delle bambine dell'Afghanistan è devastata dalla repressione dei loro diritti umani da parte dei talebani. A denunciarlo, oggi, è Amnesty International in un nuovo rapporto intitolato "Morte al rallentatore: le donne e le bambine sotto il regime dei taleban".
"Da quando, nell'agosto 2021, hanno assunto il controllo dell'Afghanistan, i talebani stanno violando i diritti delle donne e delle bambine all'istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento", scrive "Amnesty, "azzerando il sistema di protezione e sostegno per le donne che fuggono dalla violenza domestica, arrestando donne e bambine per minime infrazioni a norme discriminatorie e contribuendo all'aumento dei matrimoni infantili, precoci e forzati".
Arresti e torture per le donne che protestano
Donne in una prigione dei talebani - Ansa
Amnesty è andata in missione nel marzo 2022 intervistando 90 donne
Dopo che sui social media erano state pubblicate foto di manifestanti ferite, i talebani hanno adottato una nuova strategia. Un'attivista che aveva pubblicato quelle immagini ha raccontato: "Ci hanno picchiate sul seno e in mezzo alle gambe, in modo che non potessimo mostrare le ferite. Un soldato talebano mi ha detto: "Posso ucciderti proprio in questo momento e nessuno dirà nullà. Ci picchiavano e ci insultavano ogni giorno".
Secondo quattro fonti interne alla direzione delle carceri, i talebani ricorrono sempre più agli arresti di donne e bambine per infrazioni minori alle loro norme discriminatorie, come quella che vieta di apparire in pubblico senza un mahram, ovvero un tutore di sesso maschile, o con un uomo che non sia un mahram. Le persone arrestate sono solitamente accusate dell'ambiguo reato di "corruzione morale".
Una studentessa universitaria, arrestata nel 2022, ha raccontato ad Amnesty International di essere stata arrestata e poi minacciata e picchiata per aver violato la norma sul mahram: "Hanno iniziato con le scariche elettriche: sulle spalle, sul volto, sul collo, ovunque. Mi chiamavano prostituta e puttana. Quello che aveva in mano la pistola mi ha urlato: "Ti ucciderò e nessuno potrà ritrovare il tuo corpo'".
Le fonti interne alle prigioni hanno dichiarato che le sopravvissute alla violenza di genere, che precedentemente vivevano nei rifugi o hanno cercato riparo dopo la presa del potere dei talebani, ora vengono portate nei centri di detenzione: "Alcune donne si presentano proprio ai talebani, chiedendo loro. "Dove si trovano i vostri rifugi?". Ma siccome i talebani non hanno rifugi, le arrestano".
condizioni inumane, in celle sovraffollate e con poco accesso al cibo, all'acqua e, nei mesi invernali, al riscaldamento.
Stephanie Sinclair, direttrice di "Troppo giovani per sposarsi", ha spiegato: "In Afghanistan c'è la tempesta perfetta per i matrimoni infantili: c'è un governo patriarcale, c'è la guerra, c'è la povertà, la siccità, le bambine non vanno a scuola. Se metti insieme tutti questi fattori, capisci perché i matrimoni infantili sono schizzati alle stelle". Khorsheed, 35 anni, ha raccontato ad "Amnesty International" che, nel settembre 2021, la crisi economica l'ha spinta a dare in sposa sua figlia tredicenne a un vicino di casa di 30 anni, in cambio di un "prezzo della sposa" di 60.000 afgani (circa 650 euro). Dopo il matrimonio, si è sentita sollevata pensando che la figlia non avrebbe più sofferto la fame.
che fosse in grado di leggere e scrivere, di parlare inglese e di guadagnare. Ho ancora la speranza che questa figlia diventerà
qualcosa e potrà dare una mano in famiglia. Certo, se non aprono le scuole, sarò costretta a darla in sposa".
Amnesty International ha denunciato gravi violazioni dei diritti umani delle donne in Afghanistan - Ansa
Senza accesso all'istruzione
adesso non lo vedono più". "Per quanto riguarda le università", sottolinea Amnesty, "le intimidazioni dei talebani contro le studentesse così come le limitazioni imposte al loro comportamento, al loro modo di vestire e alla scelta della facoltà da frequentare hanno dato luogo a un ambiente insicuro in cui sono sistematicamente svantaggiate. Molte di loro o hanno cessato di frequentare le lezioni o hanno deciso di non iscriversi".
Brishna, 25 anni, iscritta all'Università di Kabul, ha raccontato: "Le guardie fuori dall'università ci urlano: "Sistemate i vestiti, mettete bene la sciarpa. Perché vi si vedono i piedi? Il capo del nostro dipartimento è entrato in aula e ci ha detto: "Fate attenzione. Noi possiamo proteggervi solo quando siete all'interno dell'università. Se i talebani cercano di intimidirvi o di aggredirvi, noi non possiamo fare nulla per fermarli'".
Le responsabilità della comunità internazionale
"I talebani stanno volutamente privando milioni di donne e di bambine dei loro diritti umani, sottoponendole a una sistematica
discriminazione. Se la comunità internazionale non agirà, abbandonerà le donne e le bambine dell'Afghanistan e comprometterà i diritti umani ovunque", ha concluso Callamard.