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Usa. Aborto, la Corte Suprema «attende» la nomina di Trump

Elena Molinari, New York venerdì 29 giugno 2018

Il giudice della Corte Suprema Usa Anthony Kennedy insieme al presidente Donald Trump (Ansa)

Più ancora del protezionismo commerciale o della tolleranza zero contro i migranti al confine, a offrire a Donald Trump l’opportunità di motivare la sua base in vista delle elezioni politiche di novembre è stato l’inatteso annuncio del ritiro del giudice Anthony Kennedy dalla Corte Suprema. Il pensionamento del magistrato, figura centrista che si è trovata a fare da ago della bilancia politica della corte, pendendo spesso a sinistra sull’aborto o i diritti degli omosessuali, nonostante fosse stato nominato da Ronald Reagan, regala al presidente Usa la possibilità di imprimere al tribunale costituzionale americano un’impronta decisiva, che ne sposterà l’equilibrio su temi chiave come la protezione della vita.


In campagna elettorale, Trump aveva promesso ai suoi elettori di nominare giudici che avrebbero portato all’eliminazione di Roe contro Wade, la sentenza della Corte Suprema che ha sancito il diritto di interrompere una gravidanza nel 1976. E la lista dei togati che ha cominciato a circolare ieri contiene nomi di magistrati che si sono espressi, in aula o nella vita, a favore di una forte limitazione dell’accesso all’aborto e della difesa della libertà di religione. Dato il potere della Corte Suprema di creare precedenti e il suo peso enorme sulla società americana, Trump si trova dunque nella posizione di scrivere un’importante pagina di storia.
Ieri il capo della Casa Bianca non ha nascosto la sua soddisfazione. Il fatto che Kennedy abbia deciso di andare in pensione proprio ora, ha detto, «vuol dire che ha fiducia nella mia capacità di fare la scelta giusta. Cominceremo subito la ricerca di un nuovo giudice. E sceglieremo qualcuno eccezionale». Il tycoon ha anche espresso la volontà di trovare «qualcuno che resti al suo posto per 40, 45 anni».


In testa alle preferenze di Trump spicca Thomas Hardiman, 52enne di Pittsburgh che lavora nella Corte d’Appello del terzo circuito insieme alla sorella di Trump, Maryanne Trump Barry, creando un legame diretto con un presidente che tende a circondarsi di persone con le quali ha un vincolo personale. Harriman, che ha fatto numerose donazioni ad associazioni di difesa della vita, era stato già preso in seria considerazione per la sostituzione di Antonin Scalia, il giudice conservatore morto nel 2016.


I media statunitensi elencavano ieri anche Brett Kavanaugh, 53enne del Maryland che ha fatto parlare di sé per le sue battaglie contro i colleghi liberal nominati da Obama; William Pryor, che ha definito la sentenza Roe contro Wade «abominevole»; Raymond Kethledge, nominato giudice d’Appello da George W. Bush, che ha lottato in passato per una messa al bando dell’aborto a livello federale. E Amy Coney Barrett, 46enne ex docente all’università cattolica di Notre Dame.


Il peso politico della decisione ha già fatto scattare ieri un’accesa battaglia nel Senato americano, che dovrà confermare il togato indicato dalla Casa Bianca. Chuck Schumer, il leader democratico al Senato, ha infatti espressamente chiesto che la conferma del successore del giudice 81enne sia fatta dopo le elezioni di metà mandato del prossimo novembre. Al contrario, il leader repubblicano nella stessa aula del parlamento americano, Mitch McConnell, ha promesso una messa al voto rapida entro l’autunno, nella speranza, condivisa dal presidente, di approfittare pienamente dell’attuale maggioranza conservatrice al Senato.