Denuncia. Aborti selettivi in Armenia: eliminate 1.400 bambine ogni anno
Per le bimbe nascere è una sfida più difficile che per i maschietti (Ansa)
Quando si parla di aborti selettivi per sesso del nascituro in genere si pensa alla Cina e all’India. Ma c’è un altro Paese in cui questa tragica pratica è molto diffusa, illegale solo dal 2016. Si tratta dell’Armenia, dove ogni anno vengono abortiti circa 1.400 bambine prima della nascita. Lo denuncia il quotidiano britannico Guardian. Con una popolazione di quasi 3 milioni di abitanti, l’ex Repubblica sovietica ha il terzo più alto tasso di aborti di feti femminili nel mondo, dietro Cina e Azerbaigian. I dati raccolti dall’Unfpa (il Fondo Onu per la popolazione) parlano di uno squilibrio di 115-120 bimbi nati ogni 100 bimbe.
Tra le cause che spingono alla selezione del bambino in base al sesso prima della nascita c’è la volontà di assicurare la discendenza familiare e la convinzione che i ragazzi aiuteranno i genitori nella vecchiaia più di quanto potranno fare le ragazze, che si sposano e si trasferiscono con la famiglia del marito. I ragazzi sono considerati «un investimento», le ragazze «una perdita». Alla base di tutto questo c’è lo sviluppo tecnologico applicato alla diagnostica prenatale, che ha permesso ai genitori di conoscere il sesso del bambino prima della nascita e, di conseguenza, la scelta di un eventuale aborto.
>>> Leggi l'articolo pubblicato da The Guardian <<<
Nel 2011 l’Unfpa ha iniziato il suo lavoro per arginare la selezione del sesso e nel 2017 ha lanciato un programma globale per prevenire i cosiddetti "aborti di genere". Nel 2014, il rapporto era di 114 maschi per 100 femmine, l’anno scorso, la cifra era scesa a 110 su 100.