Mondo

L'allarme. A rischio estinzione

Camille Eid sabato 28 marzo 2015
Mai come oggi la presenza crsitiana nel Medio Oriente si è trovata di fronte a una simile minaccia. Fino a pochi anni fa si denunciavano tutt’al più delle discriminazioni subite dai fedeli in alcuni Paesi; ora, invece, è in discussione la loro stessa sopravvivenza. Episodi come la cacciata dei cristiani dalla Piana di Ninive e il barbaro assassino di 21 copti egiziani in Libia gettano un’ombra cupa sul futuro delle antiche Chiese d’Oriente. Le previsioni sono particolarmente allarmanti per l’Iraq, teatro di guerre e conflitti da almeno 35 anni. Il Paese ha visto ridursi la propria popolazione cristiana da oltre 600mila a circa 250mila. Le comunità cristiane si sono, infatti, trovate una vittima sacrificale sull’altare di calcoli politici e militari nell’accanita lotta tra sunniti e sciiti, come tra curdi e arabi. Due settimane fa, il patriarca caldeo Sako ha fornito i numeri del disastro: 1.200 cristiani uccisi, tra cui un vescovo e cinque sacerdoti, 100mila fedeli costretti all’esodo e 62 chiese oggetto di attentati. Il tributo di sangue è elevato anche in Siria, dove l’attacco contro le località simbolo del cristianesimo locale hanno accelerato l’esodo dei fedeli. Così per l’antica Maalula, attaccata da bande estremiste nell’estate 2013 come, più di recente, per la Valle del Khabur, la cui popolazione assira è stata costretta all’esodo dai fanatici dello Stato islamico. Senza parlare dei religiosi uccisi o spariti nel nulla, come padre Paolo Dall’Oglio e due vescovi ortodossi. Un recente rapporto americano sulla libertà religiosa nel Paese parla di «centinaia di migliaia di persone scappate dal Paese nel disperato tentativo di fuggire alle violenze», tanto che «in Siria, come nel resto del Medio Oriente, la presenza di cristiani sta diventando l’ombra di se stessa». «Ci saranno ancora cristiani in Medio Oriente nel terzo millennio?», si chiedeva già nel 1994 Jean-Pierre Valognes nell’introduzione al suo Vie et mort des chrétiens d’Orient.«Senz’altro – rispondeva l’autore –, ma saranno talmente pochi da non avere quasi peso. Una delle battaglie più lunghe della storia sta per essere persa».