Cuba. La «rivolta della fame»: il regime accusa gli Usa. Un morto tra i manifestanti
Un’auto rovesciata dalla folla durante negli scontri di domenica nel centro della capitale l’Avana
Il Covid devasta l’economia Per la prima volta in 30 anni, in decine di migliaia hanno sfidato la polizia anche all’Avana Decine di feriti e arrestati. Díaz-Canel accusa gli americani Biden: «Ascolti il suo popolo» New York Non ne possono più delle file, della mancanza di tutto, della fame e delle chiusure forzate di una pandemia interminabile, che continua senza sosta a seminare contagi e a mietere vittime e che ha fatto piombare l’isola in una crisi economica ancora più nera.
I cubani sono scesi in piazza, a migliaia, per la prima volta da quasi 30 anni, protestando apertamente contro il governo rivoluzionario. E questo a risposto come fa da sempre: con cariche della polizia, arresti, chiusura di Internet, accuse agli americani.
Si è registra anche la prima vittima. Lo hanno reso noto le autorità. Un uomo di 36 anni è morto lunedì alla periferia de L'Avana, ha riferito il ministero degli Interni cubano. Secondo l'agenzia di stampa di Stato aveva preso parte ai "disordini".
«Come se la pandemia non esistesse in tutto il mondo, la mafia cubano-americana, pagando molto bene sui social network, ha creato un’intera campagna e ha convocato le manifestazioni e assoldato mercenari per destabilizzare», ha detto il presidente Miguel Díaz-Canel, al potere da aprile e primo leader del Paese a non appartenere alla famiglia Castro dopo i decenni al potere di Fidel e Raúl. Anche la Russia ieri ha messo in guardia contro qualsiasi «interferenza esterna» a Cuba. Díaz-Canel ha anche invitato i «rivoluzionari », fedeli al governo, a scendere in piazza e a «combattere per le strade», suscitando preoccupazione a Washington: sono stati loro ad attaccare i corte, decine i feriti come gli arresti. «Siamo profondamente preoccupati per gli appelli alla violenza a Cuba», ha twittato il Dipartimento di Stato.
Anche Joe Biden è intervenuto con forza, parlando della situazione a Cuba per la prima volta da quando ha assunto la presidenza Usa. «I cubani stanno coraggiosamente affermando i diritti fondamentali e universali, inclusi quelli di protestare pacificamente e determinare liberamente il proprio futuro, che devono essere rispettati », ha detto. Il tema non stato discusso al Consiglio Affari esteri dell’Ue, ma l’alto rappresentante Josep Borrell ha riconosciuto la «manifestazione di scontento con dimensione sconosciuta dal 1994» e ha chiesto «al governo di autorizzare le manifestazioni pacifiche e ascoltare lo scontento». Cuba affronta la peggior crisi economica da decenni, che si somma all’aumento dei contagi di Covid-19, mentre subisce le conseguenze delle sanzioni imposte dall’amministrazione Trump. La novità di queste proteste è che a scendere in strada sono stati soprattutto i più giovani, sfilando nelle strade del centro dell’Avana urlando «libertà», «Patria e vita» – titolo di una canzone contro il governo – e «Abbasso la dittatura! », e ricevendo applausi dai balconi da dove venivano filmati con gli smartphone.
Le proteste sono cominciate domenica a San Antonio de los Baños, poco lontano da L’Avana, per dilagare rapidamente nella capitale e a Santiago de Cuba. Noel Alonso Ginoris, tra i protagonisti del Movimento San Isidro, ha detto di «non aver mai assistito a una protesta simile» e di essere stato testimone di scontri tra manifestanti e sostenitori del governo. L’Associated Press ha dato notizia di un’aggressione da parte di sostenitori del governo a un suo cameraman e di un fotografo dell’agenzia ferito dalla polizia. Human Rights Watch ha confermato segnalazioni di almeno 20 persone arrestate e di denunce di violenza da parte della sicurezza. Cuba, che ha poco più di 11 milioni di abitanti, ha segnalato 6.923 nuovi casi di coronavirus in 24 ore, mai così tanti secondo i dati ufficiali, e un record di 47 decessi. La campagna di vaccinazione, con sieri sviluppati e prodotti localmente, è ancora agli inizi, con circa il 15% della popolazione immunizzata.