L'iniziativa. Le 160mila firme per la cittadinanza onoraria a Zaki
Lo scatolone che contiene (simbolicamente) le firme per la cittadinanza onoraria a Patrick Zaki
Ci stanno tutte in uno scatolone. Ma pesano tantissimo. Sono le 160mila firme dei cittadini che chiedono venga attribuita la cittadinanza italiana onoraria per Patrick George Zaki, lo studente egiziano dell’Università di Bologna detenuto nel carcere di Tora, vicino al Cairo, da più di un anno. Le firme sono state raccolte sulla piattaforma Change.org dagli attivisti di “Station to Station”, che hanno ottenuto il sostegno bipartisan di molti parlamentari. Lo scatolone è partito nei giorni scorsi da Bologna ed è arrivato a Roma. La petizione è diretta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi.
Gli attivisti che hanno consegnato la petizione per Patrick Zaki - Ansa
La concessione della cittadinanza per meriti speciali è un iter lungo e complicato, ma un gesto super partes potrebbe accorciare i tempi e rappresentare di per sé un forte segnale della responsabilità assunta dall’Italia al fianco di Zaki e della sua famiglia. Che ha manifestato grande apprezzamento per l’iniziativa.
I genitori del giovane stanno soffrendo moltissimo, un giorno dopo l’altro. Il dolore e la paura per un figlio ingiustamente detenuto si sono tradotti in gravi problemi di salute fisica per il padre di Patrick, che è stato ricoverato in ospedale. «Dalla prima settimana di febbraio ha cominciato a mostrare gravi sintomi di sofferenza - hanno fatto sapere gli attivisti -. Ha avuto una brutta infezione ad entrambe le gambe, ha lottato per tenere sotto controllo le sue malattie croniche, riuscendo a malapena a contenerle. Il minimo è permettere a Patrick di visitarlo. Questa famiglia sta soffrendo troppo, ora si tratta letteralmente di una questione di vita o di morte. Hanno bisogno di lui, di stare con lui. Il padre ci ha detto: Se Patrick fosse qui la mia salute migliorerebbe, ne sono sicuro».