Giovani

Aosta. La Pastorale giovanile in vetta all'Europa

Matteo Liut giovedì 28 ottobre 2021

Il gruppo dei nuovi incaricati di pastorale giovanile di tutta Italia a Punta Helbronner

Non fa sconti don Michele Falabretti, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, ai nuovi incaricati dell'accompagnamento delle nuove generazioni nelle diocesi, congregazioni e associazioni: oggi più che mai bisogna avere il coraggio di puntare in alto. E più in alto di così in effetti in Europa è difficile arrivare. Nella penultima giornata di lavoro di "Con il passo giusto", l'incontro dedicato proprio ai nuovi membri delle équipe e ai responsabili delle pastorali giovanili d'Italia, l'apice è stato raggiunto con l'uscita a Punta Helbronner, nel massiccio del Monte Bianco.

Saliti con la funivia Skyway in mezzo a panorami mozzafiato, i sacerdoti, le religiose e i laici delle Pastorali giovanili hanno toccato con mano l'emozione di vivere in gruppo un'esperienza unica. E così hanno sperimentato in prima persona e in modo concreto la bellezza e la necessità di proporre ai ragazzi loro affidati dei cammini che puntino davvero in alto. Non a caso la giornata al Priorato di Saint Pierre, la sede dell'incontro, a pochi chilometri da Aosta, si era aperta con la presentazione da parte di Falabretti del progetto "Seme diVento", che è nato dalla collaborazione tra diversi Servizi Cei che hanno deciso di mettere al centro della loro cura gli adolescenti. Dopo il periodo della pandemia è proprio da loro che si è deciso di ripartire perché è in questa fascia di età che sono emerse le fragilità più critiche: si tratta di ridare loro il futuro.

E le cinque sessioni di lavoro sono partite proprio da questa esigenza, esplorando strumenti e metodologie che la pastorale giovanile oggi è chiamata a mettere in campo. Un confronto intenso e franco tra don Falabretti e i nuovi incaricati, che hanno esposto al responsabile nazionale tutte le loro aspettative ma anche le loro difficltà e i loro dubbi sull'impegno che li aspetta accanto ai giovani. Le preziose indicazioni di Falabretti hanno trovato poi anche un supporto nei momenti dedicati alla cultura e alla natura (come la visita alla Collegiata di Sant'Orso, alla Cattedrale di Aosta, al Castello di Introd e l'uscita sul Monte bianco). Perché oggi, oltre al necessario di programmazione e organizzazione tipico dell'impegno pastorale, è necessario lavorare anche alla ricucitura delle relazioni: quelle interrotte dalla pandemia, ma anche quelle all'interno della comunità cristiana tra generazioni diverse, tra organismi diversi, tra territori diversi che ben prima dei lockdown dell'anno scorso avevano iniziato ad apparire bisognosi di una rivitalizzazione.