Gmg Lisbona. Il primo influencer? È stato Gesù
La messa per i missionari digitali
Paolo all’aeropago diventa l’icona di riferimento dei missionari digitali, un accostamento proposto dal cardinale José Tolentino de Mendonza, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’educazione, che nella mattinata di oggi ha presieduto la celebrazione eucaristica con i missionari digitali, iniziativa promossa dal Dicastero per la Comunicazione e svolta presso il rettorato dell’Università cattolica portoghese, a Lisbona, dove è in corso la Giornata mondiale della Gioventù. Il porporato ha sottolineato il cambiamento innescato dall’apostolo Paolo ad Atene: «Paolo sposta il cristianesimo dall'interno della sinagoga all'Areopago. Fa del cristianesimo non solo un argomento di interesse per i religiosi, ma osa proclamarlo nello spazio pubblico». Secondo Tolentino «il cristianesimo contemporaneo ha bisogno di testimoni, di una credibilità esistenziale da parte dei cristiani.
Ma ha bisogno anche di una credibilità culturale. La cosa peggiore che ci può capitare è di parlare a noi stessi, di ridurre l'esperienza di fede a una conversazione clandestina o alla cerchia di chi è già convinto, aggrappandoci a un linguaggio che gli uomini e le donne di oggi non capiscono».
Oggi la questione, secondo il Prefetto del Dicastero vaticano per la cultura e l’educazione, non è più «se interagiremo o meno con la cultura digitale, perché questo è diventato un fatto irreversibile. Il punto di riflessione che ci viene imposto è sapere come farlo». Il modello che ci viene proposto è quello della “comunione della comunità”: «Ascoltando il Vangelo, prosegue Tolentino, capiamo che Gesù parla al plurale a una comunità di discepoli. Il cristianesimo non ci chiede un eroismo solitario, ma l'audacia di tessere autentiche relazioni di comunione. La Chiesa è un lavoro di squadra». Anche la Chiesa apostolica, del resto, ha attinto a una rete di collaborazione missionaria, proprio così il cristianesimo ha acquisito una presenza capillare nelle città dell'Impero romano. I Social, invece, a volte si allontanano dal modello della rete, anche della rete sociale, diventano invece “bolle” «dove la polarizzazione e il rifiuto sono facilmente normalizzati, spiega il Cardinale Tolentino. A volte, ciò che vediamo trionfare è la logica dello specchio e una certa tribalizzazione del discorso, molto diversa dalla missione sinodale che Gesù ci affida». Il Risorto, infatti, esorta a camminare verso gli altri. «Per farlo, secondo il porporato, dobbiamo imparare a riconoscere il nostro prossimo, e anche il nostro "prossimo digitale"».
La messa per i missionari digitali - D.I.
Anche le Giornate Mondiali della Gioventù sono una possibilità di “prossimità digitale” perché mettono in contatto più di un milione di giovani, anche da Lisbona, quindi si può ripartire per realizzare il sogno di Papa Francesco – conclude il cardinale - «costruire una "cultura dell'incontro"».
Monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero per la Comunicazione e primo promotore dell’iniziativa, ha convocato tutte le persone coinvolte nel progetto “La Chiesa ti ascolta”, collettore di tutti gli animatori del continente digitale del cammino sinodale. La celebrazione presieduta dal cardinale Tolentino è stata partecipata da circa 500 persone: tutti gli influencer e gli animatori digitali hanno ricevuto il mandato missionario e una speciale benedizione. Inoltre, durante la messa, ciascuno ha attaccato alla croce della Gmg un foglietto con il proprio tag, il nome del proprio profilo social.
Oltre al Prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, sono intervenuti anche il dottor Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione, il cardinale Luis Antonio Tagle, Pro-prefetto della sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari del Dicastero per l'evangelizzazione, il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga, arcivescovo emerito di Tegucigalpa, monsignor Nuno Bras da Silva Martins, vescovo di Funchal (Madeira), il giornalista Austen Ivereigh, scrittore e autore di numerose pubblicazioni. Ruffini ha centrato il suo intervento sulla parola “compatir”: «è la parola che ci unisce. Non è una parola dell'era digitale.
Ma in un certo senso possiamo dire che lo è. Di certo spiega bene quello che stiamo facendo qui oggi». Il Prefetto del Dicastero per la comunicazione sottolinea come «Nativi digitali e migranti digitali sono qui per condividere una presenza, un incontro, una liturgia, la comunione che è la fonte della nostra comunicazione. Per condividere il bene e il bello come semi di futuro, per condividere una prospettiva di cambiamento, di salvezza, di gioia piena, l'unica capace di trasfigurare tutto, anche le prove e le sofferenze». È per questo che siamo qui, chiarisce Ruffini: «La sfida che dobbiamo affrontare è proprio qui. Comunione è la parola cristiana che indica la comunicazione».Il Cardinale Tagle, intervenendo alla fine della messa, ha focalizzato tre termini che appartengono alla narrazione del “mestiere” dell’influencer: influenza, autorità e controllo.
«Queste tre parole, ha detto il porporato, si sovrappongono, portando ad una degenerazione: la dominazione sugli altri. Spero che tutti voi troviate un modo per comprendere e praticare l'influenza basata sul Vangelo o, meglio ancora, per imparare da Gesù come influenzare gli altri». Cristo diventa, così, il modello di influencer a cui riferirsi: «Lui ha evangelizzato influenzando gli altri attraverso la sua persona, le sue parole, le sue relazioni, la sua misericordia, le sue azioni miracolose, la sua morte e la sua risurrezione».Tutti questi spunti hanno arricchito – anche spiritualmente – il percorso della Gmg lusitana dei missionari digitali.
Domani, però, è previsto un altro appuntamento: alle 20:30 (orario portoghese) presso la Piazza Martin Moniz di Lisbona, si svolgerà il primo incontro degli Influencer Cattolici. Un’imperdibile occasione per iniziare a “diventare” la rete che sostiene il Vangelo anche nel mondo digitale.