Verso Lisbona. Giovani del Triveneto in viaggio con un amico speciale, sant'Antonio
Padova, un momento dell’incontro dei giovani del Triveneto che parteciperanno alla Gmg 2023
È un sogno che si avvera per Elena Sartori poter partecipare alla Giornata mondiale della gioventù, che si terrà a Lisbona, in Portogallo, i primi di agosto. « Ho vent’anni. Sono brasiliana. Quando nel 2013 la Gmg si è svolta nel mio Paese, ero troppo piccola per potervi partecipare ». Ora Elena, studentessa universitaria di psicologia, vive a Padova dove, attraverso la frequentazione con i frati della basilica del santo, ha scoperto e sperimentato la spiritualità di sant’Antonio che è tra i patroni della Gmg 2023.
«Santo di Padova, ma da Lisbona, dove nacque nel 1195», chiarisce il padovano Francesco Fisk, 22 anni. « Per me che vivo nel quartiere Arcella, dove Antonio è morto il 13 giugno 1231, e dove è iniziata la devozione, è naturale essergli legato. Nel nostro Santuario di Sant’Antonino, da ormai trent’anni ogni 12 giugno si fa la rievocazione storica dell’ultimo transito da Camposampiero. E io e papà siamo figuranti, Il giorno dopo, invece, mi sposto in basilica per dare una mano nel giorno della solennità».
«Quando non sono al lavoro, sono alla basilica », dice Florencia Ribero, 28 anni, argentina, a Padova per un dottorato in agronomia, impegnata anche nella comunità internazionale “The Economy of Francesco”. « Arrivata qui, ho cercato subito una realtà di Chiesa significativa. Ora faccio parte dell’équipe di Vocazione francescana, blog della pastorale giovanile antoniana. Mi occupo dei social: Facebook, You-Tube, Instagram, quest’ultimo ha raggiunto i 10mila follower. A Lisbona cercherò di coprire al meglio l’evento».
I cinquanta giovani che, con Elena, Francesco e Florencia seguono il cammino antoniano, si sono uniti alla grande iniziativa di pellegrinaggio organizzata sabato 17 giugno dalla Commissione Triveneta di pastorale giovanile. «Del totale di 7mila giovani che partiranno per Lisbona, in 1.800 ci siamo ritrovati alle 10.30 in Cattedrale a Padova per una micro Gmg - spiega don Davide Brusadin, coordinatore della Commissione -. La mattinata si è aperta con testimonianze, riflessioni, momenti di preghiera grazie alla presenza di sette vescovi del Triveneto (Adria-Rovigo, Chioggia, Padova, Pordenone, Trento, Treviso, Vicenza), e con l’animazione del coro diocesano di Vittorio Veneto. Sul mezzogiorno siamo partiti in pellegrinaggio lungo le vie della città, fino a raggiungere la basilica, dove tutti hanno potuto compiere il tradizionale rito di appoggiare la mano sulla pietra della tomba del santo. A lui, faro di luce e di spe abbiamo chiesto di “accompagnarci” a Lisbona, affinché vada tutto bene per noi, ma anche per tutta l’organizzazione».
Forti anche di questa esperienza, ora i giovani si sentono pronti. « Antonio per me è stato da subito un amico speciale – riprende Elena -. E quando incontri un nuovo amico, hai piacere di andare a conoscere la sua terra, per conoscere un po’ di più di lui. Dopo la Gmg, dovremo saper mettere a frutto i bei momenti vissuti». « Io mi aspetto di tornare a casa con nuove energie - dice Florencia -. Morta di fatica naturalmente, ma rigenerata. Oggi è difficile essere giovani e credenti, a volte si ha la sensazione di dover difendere la propria fede. Incontrare giovani da tutte le parti del mondo che credono come me e si impegnano per un mondo migliore, mi darà nuova carica». « E un po’ di carica noi speriamo di poterla dare anche al Santo Padre, la cui situazione fisica un po’ mi preoccupa - dice Francesco -. Lui è davvero un uomo santo, mette tutto sé stesso in ogni cosa che fa. A contatto con i giovani, il suo carisma brillerà ancora di più».
Ad accompagnare i gruppi dei frati conventuali del Nord Italia saranno fra Nico Melato, fra Fabio Turrisendo e fra Giambattista Scalabrin, che rappresentano il Centro francescano giovani, nell’ambito dell’Ufficio di pastorale giovanile vocazionale francescano. « A Madrid si uniranno a noi i giovani delle pastorali francescane di altri Paesi europei, e tutti insieme poi ci recheremo a Lisbona, accolti nel nostro “campus francescano” dice fra Nico -. Antonio piace ai giovani perché è come loro, inquieto, alla ricerca di un significato forte della vita. Ma la sua storia è anche storia di fallimenti. E anche questo è comune nei giovani. Quindi, sapere che qualcuno, pur attraversando il fallimento, è cresciuto, è maturato e, seguendo il Signore, si è giocato la vita alla grande, è per loro di esempio e di conforto».